La voce delle imprese nel Parlamento Europeo: anche l’Associazione “Area Mediterranea” di Catania dice la sua

Lo scorso 14 novembre si è svolta a Bruxelles la 6° edizione dell’European Parliament of Enterprises: l'obiettivo è ridurre la distanza esistente tra il tessuto imprenditoriale e le istituzioni

StrettoWeb

Lo scorso 14 novembre, dopo la pausa dovuta alla pandemia, si è svolta a Bruxelles la 6° edizione dell’European Parliament of Enterprises. Si tratta del più grande evento a livello dell’;UE che dà la parola agli imprenditori e che viene organizzato da Eurochambres, che riunisce le Camere di Commercio europee, in collaborazione con il Parlamento europeo. L’iniziativa, che si tiene ogni due anni e che si svolta per la prima volta il 14 ottobre 2008, intende ridurre la distanza esistente tra il tessuto imprenditoriale e le istituzioni che spesso si trovano a legiferare non tenendo in conto delle preoccupazioni e delle proposte degli imprenditori.

La sessione parlamentare di quest’anno, svoltasi nell’emiciclo della sede del Parlamento Europeo di Bruxelles, ha dato la parola agli imprenditori europei concretizzando il principio della democrazia partecipata. Nei discorsi iniziali si è sottolineato come le imprese, il 95% delle quali ha meno di 10 addetti, contribuiscano in maniera determinante al benessere dei cittadini europei e, pertanto, i quasi 700 delegati hanno presentato, mediante votazione, una serie di richieste rivolte ai politici del Parlamento europeo.

Nell’edizione 2023, alla quale era presente Giuseppe Finocchiaro manager di Eskaton International e dirigente di Meritocrazia Italia, si sono affrontati tre temi cruciali per lo sviluppo dell’UE: le competenze, l’energia e il commercio internazionale. Sebbene l’UE sia indietro rispetto agli USA, alla Cina e all’India, si è potuto constatare come in tutti i paesi dell’UE le questioni e le possibili soluzioni da intraprendere siano le stesse.

Nel corso delle votazioni è emerso, infatti, che per l’88% delle imprese è sempre più difficile assumere personale con le giuste competenze rispetto a cinque anni fa. L’87% ritiene che gli ambiziosi obiettivi del Green Deal penalizzeranno le imprese dell’UE sul mercato globale, mentre il 97% ritiene che le tensioni geopolitiche avranno un impatto negativo sul funzionamento delle loro catene di approvvigionamento.

Infine, il 93% afferma che il mercato unico non sia sufficientemente integrato per operare e per competere liberamente. In un clima di sempre maggiore sfiducia nei confronti delle istituzioni, le imprese europee chiedono inoltre una forte riduzione della burocrazia per aumentare la produttività che, fra l’altro, non consente di utilizzare proficuamente i forti stanziamenti economici messi a disposizione dell’UE.

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