Ponte sullo Stretto: se mia nonna avesse le ruote, sarebbe una carriola

Il Ponte sullo Stretto deve ancora vedere posata la sua prima pietra e già è diventato capro espiatorio di tutti i problemi del Paese

Il Wwf torna a puntare il dito contro il Ponte sullo Stretto. E lo fa nel peggiore dei modi, ovvero con quel benaltrismo tipico di una certa italietta (la i minuscola non è un errore) venuta su durante la Seconda Repubblica, secondo la quale tutto ciò che è progresso è il male assoluto. Un’italietta becera e buonista che ha portato l’Italia, la nostra Nazione, a diventare il paesotto che è oggi. Ovvero un surrogato di ciò che è sempre stato storicamente.

Il Wwf vuole trovare una soluzione (!) alla crisi climatica e dunque a chi può dare la colpa se non all’attuale governo che “pensa al Ponte” invece di farci tornare nelle palafitte e abbattere così la produzione di CO2? “È sempre più evidente che il nostro Paese si trovi in uno stato di calamità climatica permanente, sottovalutato per anni dalla politica – scrive il Wwf -. È assurdo che, in un periodo in cui tutte le risorse andrebbero concentrate sulle politiche di adattamento al cambiamento climatico, il governo abbia destinato circa 15miliardi di euro per il Ponte sullo stretto di Messina. Altrettanto assurdo che, mentre la crisi climatica corre, i decisori politici, invece di concentrarsi sullo sviluppo delle energie rinnovabili, siano pronti a varare il cosiddetto Piano Mattei, al di là della fumosità destinato ad aumentare la nostra dipendenza dai combustibili fossili e a rallentare la riduzione delle emissioni climalteranti“.

No al Ponte sullo Stretto, sì alle caverne

Cosa dovremmo fare in sostanza, secondo gli animalisti? Tornare nelle caverne? Annullare tutti i progetti di infrastrutture pubbliche come il Ponte sullo Stretto – che, lo ricordiamo, è solo uno dei tanti – e tornare indietro nel tempo da un punto di vista economico, tecnologico, sociale e finanche culturale?

Questa abitudine di usare il Ponte sullo Stretto come capro espiatorio per i problemi del Paese sta a dir poco degenerando, considerando anche il fatto che si tratta di un’opera che, secondo i suoi detrattori, è solo uno specchietto per le allodole e non verrà mai costruita.

Se mia nonna avesse le ruote, sarebbe una carriola

La crisi climatica in corso, che secondo molti esponenti della comunità scientifica internazionale è solo una fase del pianeta come ce ne sono state altre simili nel corso dei millenni, è seria ma non allarmante come da più parti si vuol far credere. E la letteratura scientifica in merito è corposa e ben dettagliata. Perché dunque continuare a partorire assurde ipotesi benaltriste? “Se mia nonna avesse le ruote, sarebbe una carriola“, dice un vecchio detto. E se il Ponte sullo Stretto non venisse costruito non ci sarebbero i cambiamenti climatici. La logica è la stessa.