Reggio Calabria, bufera sulle parole dell’Arcivescovo: “perché difende i potenti e rimprovera la povera gente? Gesù faceva il contrario”

Reggio Calabria, le parole di Giuseppe Barbaro, imprenditore reggino, già presidente regionale dei giovani di Confagricoltura Calabria

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Hanno suscitato parecchio scalpore le parole dell’Arcivescovo Morrone durante la Processione e le fasi della consegna del Quadro della Madonna della Consolazione a Reggio Calabria. Tra le reazioni più qualificate, quella di Giuseppe Barbaro, imprenditore reggino, già presidente regionale dei giovani di Confagricoltura Calabria:

“A Sua eccellenza Arcivescovo MORRONE,
sommessamente, mi rivolgo a Lei dopo aver ascoltato le Sue parole durante la “processione” e le fasi di “consegna” alle autorità civili.
La Sua parata di scudi nei confronti dell’Amministrazione non mi ha convinto, mi sarei aspettato tutt’altro.
Invece, ho assistito ad un passaggio che mi ha richiamato alla memoria i colossal dei film storici, che guardavo da bambino, dove l’impero Romano pretendeva sempre più tasse dal popolo ormai stremato, senza badare in maniera alcuna alle sofferenze, anche economiche, che alimentavano il disagio sociale.
Molti di noi reggini pagano regolarmente le tasse – ormai livellate al massimo da anni – veri tributi di sudore e sacrificio, come in una pellicola del tempo, da popolazione “sottomessa” ad una “tirannia” che procede sopra ogni regola e virtù morale, vedi i fatti di giustizia che non hanno neanche scalfito Palazzo San Giorgio, morti che votano, beni dati agli amici, sospensioni, facenti funzioni, ecc…
Si, proprio come ai tempi dei patrizi romani per una certa classe sociale tutto è permesso !Basti vedere come e quanto sia cresciuta la remunerazione dell’assise cittadina a discapito del nulla in termini di qualità dei servizi erogati.
Senza proferir parola, versiamo i nostri tributi, potremmo in maniera pacata lamentarci dello stato comatoso in cui versa la città di Reggio Calabria e dell’erogazione quasi nulla dei servizi resi alla popolazione, chi amministra deve dare conto ai cittadini non per forza si deve essere sudditi !
E non ci permettiamo neppure di scomodarci di pensare al ruolo di programmazione, quindi a quale prospettiva di crescita e futuro Reggio Calabria dovrebbe essere destinata?! Al momento la sua parte migliore non ne ha percepito l’esistenza di questo progetto, ha fatto le valige ed ha abbandonato, più di 10.000 giovani hanno lasciato la città negli ultimi anni e non vi sono state nè guerre di mafia, nè guerre civili, ma solo disagio sociale!
Basta questo dato per mettere a lutto una città metropolitana.
Gesù difendeva i “deboli” dai soprusi, dava ai poveri, durante il catechismo mi hanno insegnato la cultura ed i valori della reciprocità, della carità, della solidarietà, del dovere, di come vivere in comunità nel rispetto reciproco, dell’ uguaglianza, della giustezza, ad oggi questi valori sono tutti calpestati nella città di Reggio Calabria di questo bisogna farsi carico prima che dei tributi !
Sua Eccelleza, i reggini hanno bisogno di ritrovarsi come popolo, come comunità, i reggini vivono quotidianamente di soprusi, aspettano dalle Istituzioni pubbliche un segnale di fiducia e purtroppo ad oggi questo segnale non arriva, non viene percepito!
Non rimproveri il popolo reggino, che chiede rifugio e consolazione alla Vergine Maria, del perché non paga le tasse, ma sproni e redarguisca al proprio dovere ed alla propria rettitudine morale coloro che hanno ruoli d’indirizzo ed amministrano la città, perché siano coloro che con il loro agire diano l’esempio a tutti !
ORA e SEMPRE, W MARIA”.

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