Giuseppe Giuliano e la ricerca della verità: chiesti i video interni dell’ospedale di Vibo Valentia

L'avvocato difensore ha chiesto di acquisire i video interni che ritrarrebbero il medico presente al momento del decesso: la famiglia giura sia lo stesso indagato a Sulmona per la morte di una donna

StrettoWeb

Una morta avvolta nel mistero, quella dell’imprenditore Giuseppe Giuliano, deceduto in circostanze sospette lo scorso 14 settembre all’ospedale di Vibo Valentia. La famiglia chiede giustizia e, aiutata dall’avvocato Davide Vigna, si è posta come obiettivo la ricerca della verità Una ricerca che parte dalla richiesta per l’acquisizione documentale alla Procura vibonese.

Nella nota difensiva, il legale riferisce che i familiari della vittima avrebbero riconosciuto, dopo aver visionato alcune foto, il medico presente al pronto soccorso nelle ore in cui è avvenuto il decesso di Giuliano. La faccenda è delicata perché, secondo quanto riferito dai congiunti, si presume sia lo stesso medico che, secondo notizie riportate dagli organi di stampa “sarebbe recentemente incorso in vicissitudini giudiziarie”.

L’indagato sembrerebbe corrispondere al medico sotto processo a Sulmona, arrestato con l’accusa di concussione nei confronti di una donna malata di tumore. Nella richiesta difensiva si chiede inoltre il sequestro del computer del  Pronto soccorso: anche in questo caso i familiari dicono di aver visto il medico, dopo la morte del congiunto, utilizzarlo e quindi “di effettuare una copia forense dello stesso atta a verificare eventuali modifiche operate sulla cartella clinica del paziente, ed in particolare l’orario di redazione delle stesse”.

Il legale chiede poi l’acquisizione “urgente, nel Pronto soccorso, dei video e/o delle immagini presenti nell’impianto di videosorveglianza che avrebbe ripreso la saletta dove esso Giuliano sarebbe stato collocato dall’ingresso e sino al decesso”, insieme ai tabulati telefonici in cui risultano le continue telefonate che i familiari hanno effettuato sul cellulare del defunto non riuscendo ad avere notizie dall’ospedale.

Secondo quanto raccontato dai familiari, l’uomo avrebbe manifestato sintomi quali  brividi, febbre, pressione bassa e un gonfiore ad una gamba. Chiamato il 118, l’operatore avrebbe risposto che c’era un attesa di circa tre ore per i mezzi impegnati in altri interventi. Al riguardo l’avvocato ha chiesto anche l’acquisizione della registrazione della telefonata al 118.

Portato in auto in ospedale, è stato subito preso in carico dal Pronto soccorso non essendoci affollamento. Ma una volta entrato, il silenzio totale fino alle 19.15, quando è uscita una dottoressa per comunicare il decesso. In questo lasso di tempo i familiari hanno contattato due volte il congiunto che ha detto loro di essere in attesa. Dalle 18 in poi, l’uomo non ha più risposto.

Dopo la morte, i familiari hanno chiesto spiegazioni al medico presente, il quale avrebbe tagliato corto: “signora, lei sa che suo marito aveva dei problemi”. La famiglia ha inoltre riferito di avere visto il corpo di Giuseppe Giuliano senza alcuna flebo né macchinari per il monitoraggio dei parametri vitali collegato.

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