Il prossimo 27 settembre, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi italo-ungherese “Árpád”, sul tema “Le fiabe e la letteratura per gli adolescenti hanno ancora importanza nella formazione dei ragazzi di oggi?: Breve analisi del romanzo I ragazzi di via Pál / A Pálutcaifiúk di Molnár Ferenc”. Il 12 gennaio ricorre il 145. anniversario della nascita di Ferenc Molnár/Ferenc Neumann (1878-1952), scrittore, drammaturgo, giornalista ungherese.
Chi è Molnár Ferenc
Molnár nasce a Budapest in una famiglia della media borghesia ebraica. Il padre, medico affermato, nel 1896 lo manda in Svizzera a studiare legge ma lui dopo un anno rientra in Ungheria e ben presto interromperà gli studi per lavorare come giornalista presso il Pesti Hírlap e il BudapestiNaplò. Esordisce con vari racconti per approdare poi ai romanzi e alle commedie. Nel 1901 pubblica il romanzo satirico Azéhesváros/La città affamata cui seguirà Egygazdátlancsónaktörténete /Danubio blu, ma la notorietà giungerà con “I ragazzi della via Pal” (1907), tradotto in più di trenta lingue (tra cui in italiano a partire dal 1929 ad oggi in numerosissime edizioni).
Durante la prima Guerra mondiale Molnár è corrispondente di guerra in Galizia. ( v. la pubblicazione nel 1916 di una raccolta di servizi giornalistici dal titolo “Egyhaditudósítóemlékei / Ricordi di un corrispondente di guerra. Tra le sue numerose opere teatrali, ricche di elementi realistici mescolati ad altri di stile simbolico-favolistico, sono da ricordare la commedia Azördög /Il diavolo (1907), in cui domina un fitto intreccio di realtà e fantasia; il poema scenico Liliom /Il giglio (1909), che racconta in tono romantico le avventure terrene e soprannaturali dell’imbonitore di un parco di divertimenti, dall’animo di eterno fanciullo (nel 1944, da questo testo fu ricavato “Carousel”, stupendo musical di Rogers e Hammerstein rappresentato per anni a Broadway); A farkas/Il lupo (1912); A testőr /La guardia (1910); Azüvegcipő /La pianella di vetro (1924); A hattyú/Il cigno (1925), da cui fu tratto il film di Charles Vidor del 1956 con Grace Kelly; Játék a kastélyban/Lo spettacolo al castello (1926), una “metarappresentazione” della vita di teatro sul palcoscenico, ispirata alle tematiche pirandelliane; A jótündér /La buona fata (1930) che ispirò il film di William Wyler del 1935; e Nagy szerelem /Grande amore (1935).
Molti di questi testi teatrali furono adattati per la radio e per il cinema. “I ragazzi di via Pál” è una storia ambientata nella Budapest di fine ottocento, dove due bande di ragazzi si sfidano in una sorta di guerra simulata per il controllo di un campo da gioco, bene raro e prezioso.
L’autore voleva denunciare l’assenza di spazi per giocare nelle città dell’epoca, un tema molto sentito allora (oggi, nell’epoca delle playstation, difficilmente sarebbe un tema così sentito). Il punto di forza del romanzo è però il racconto senza fronzoli e alterazioni di quell’età speciale che è l’adolescenza.Nel corso della storia i ragazzi scoprono il significato dell’amicizia, le bugie e il tradimento, il far parte di un gruppo, il bullismo, tutto raccontato senza edulcorare nulla: è uno spaccato di vita della Budapest dei primi del novecento ma nel bene o nel male potrebbe essere ambientato ovunque e in qualunque epoca.
Ferenc Molnár riesce a essere talmente delicato da mescolare realtà e fascino poetico in modo perfetto: per tutto il romanzo empatizziamo con tutti i personaggi ma in particolare con Boka, il leader riflessivo e pieno di pregi del gruppo di ragazzi, e con Nemecsek, il più piccolo e per questo il più tartassato dagli altri ma anche il più coraggioso e leale. Proprio Nemecsek muore a causa di una polmonite, rimediata per un paio di bagni in acque gelide, obbligati dalle vicende della “guerra” per il controllo del campo da gioco. Nemecsek si è sacrificato e muore per salvare il campo da gioco: muore convinto di avercela fatta, ma Boka nell’ultima scena scoprirà che il campo sarà presto un ricordo, perché su quel terreno sorgerà un palazzo. Un finale tristissimo, ma nel pieno spirito del libro: l’adolescenza, la vita, sono piene di bellezze, emozioni, meraviglie, magia.
Il nuovo incontro, predisposto dalle due co-associazioni culturali, ha ricevuto l’Alto Patronato dell’Ambasciata di Ungheria. Dopo i saluti di S.E. Ádám Zoltán Kovács (Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario di Ungheria) e Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”) la parola passerà a Jámbor Judit Katalin (Presidente Associazione “Maria d’Ungheria Regina di Napoli”).
Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino,sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 27 settembre.