Qualche giorno fa, l’ex Sindaco di Reggio Calabria Demi Arena ha pubblicato un lungo post sui social che ha aperto un interessante dibattito. Dopo l’articolo di StrettoWeb sugli intrecci Reggina-Università Dante Alighieri, lo stesso Arena ha ammesso di aver trascorso una notte agitata, in cui però ha sognato. Ha sognato una Reggio diversa, pronta a lottare e a contrastare le ingiustizie. Citando, in prima fila, una parte di stampa che ai suoi tempi battagliava e faceva “attività denigratoria”.
Riprendiamo un passaggio di Arena. “Vedo una città che, sin dalle prime ore del mattino, è in fermento a seguito della notizia che riguarda la Reggina; tra un via vai di gente scorgo personaggi illustri, protagonisti della storia recente della nostra città. Vedo per primo il “soldato” Iacona che prontamente avvertito dai suoi referenti reggini, è sceso a Reggio con la sua troupe televisiva ed imperversa sul corso Garibaldi alla ricerca di materiale utile per una lunga puntata di “Presa Diretta”. Continuando a camminare rivedo le più illustri firme del giornalismo nazionale, da Ruotolo a Caporale, a Stella, Rizzo e Galullo. Ma ci sono anche Smorto e Turano accompagnati da quel gruppetto di giornalisti che qualche anno fa facevano i cronisti sui giornali locali e che grazie alla loro “preziosa” attività denigratoria di Reggio e della sua comunità, oggi collaborano con le testate nazionali. Sono tutti indaffarati, direi entusiasti, di poter riprendere a sparlare di Reggio dopo un decennio di assoluto silenzio. Uno squadrone ben collaudato unito da un sottile tratto di “ Matita rossa e blu”.
La risposta del giornalista Giuseppe Smorto
Tra i commenti al post c’è proprio quello di uno di loro, Giuseppe Smorto, giornalista reggino ex vicedirettore di Repubblica. Sentitosi chiamato in causa, Smorto ha detto la sua: “Gentilissimo Demetrio Arena, grazie della citazione, credo almeno che si riferisca a me, anche se non ci conosciamo e non sono stato taggato. Le dirò che condivido, da cittadino, molti dei suoi incubi. Per quanto riguarda il giornalismo, la rimando a Google: potrebbe fare anche un salto in libreria per trovare tracce della mia attività ‘denigratoria’: almeno lei la chiama così, a me pare altro. Le segnalo anche che “Repubblica” ha dedicato un anno fa a Reggio un dossier di 4 pagine (La città immobile) che certo non è stato gradito in Comune. Un’attenzione senza precedenti per una città del Sud. Detto questo, da cittadino, non posso non chiedermi come siamo arrivati a questa situazione, quanto tempo ci abbiano messo certi poveri assessori a evitare il default e comprare qualche bus nuovo. Servirebbe autocritica da parte di tutti, una qualità umana sconosciuta in città. Io comunque non guardo indietro, conosco persone con splendide visioni, valorosi militanti nel sociale. Lo stesso consiglio di fare anche a lei, si dorme meglio. Forse una destra meno arruffata, divisa e con personaggi più credibili avrebbe fatto una bella e costruttiva opposizione. Perché, glielo assicuro, l’opposizione serve, come servono i giornali. Dovrebbe chiedersi, ma ormai è tardi, perché le migliori firme del giornalismo italiano (non io) si siano occupate di Reggio in quegli anni. Una congiura? Io guarderei avanti. E spero di incontrarla alla prossima “Matita rossa e blu”, naturalmente”.
La controrisposta di Arena
Al messaggio di Smorto ha poi risposto nuovamente Demi Arena: “Gentilissimo Giuseppe Smorto, benvenuto nella mia bacheca. Stamane quando ho visto la sua richiesta di amicizia ho pensato che qualche suo amico le avesse segnalato il mio post e che voleva commentarlo, non ho avuto alcuna esitazione ad accettarla considerato che notoriamente non mi sottraggo mai al confronto. Mi corre l’obbligo di farle notare che nel mio post l’ho citata dopo le grandi firme del giornalismo italiano e che il riferimento alla relazione tra attività professionale e attività denigratoria non era rivolto a lei. Forse un rigurgito di appartenenza politica le ha impedito una corretta lettura del mio pensiero; le assicuro, pertanto, che non ho bisogno di fare ricorso a Google o di andare in libreria per valutare la sua brillante carriera. È vero che non ci conosciamo, ma siamo coetanei ed abbiamo vissuto la gioventù nella nostra splendida città, pertanto conosciamo quali fossero le pulsioni del tempo e la passione con cui la nostra generazione manifestava l’interesse verso la Politica e rivendicava il giusto ruolo nella società, roba d’altri tempi purtroppo. Abbiamo vissuto la drammatica fase dei moti di Reggio, da posizioni diverse, io da dietro le barricate lei, con altri illustri reggini, dall’altra. È stato un vissuto che ha segnato il nostro futuro e, probabilmente, ha determinato diverse prospettive di interpretazione delle dinamiche di una città sempre più dolente. Le assicuro che ho letto le uniche quattro pagine che Repubblica ci ha dedicato negli ultimi dieci anni, così come mi sono dato una risposta alla domanda del perché importanti firme del giornalismo nazionale si siano dedicate alle vicende di Reggio. Ricordo perfettamente che il suo giornale trattava di Reggio con una frequenza e “un’attenzione senza precedenti per una città del sud” con il piglio di un giornale locale. La rassicuro che lo spirito di autocritica costituisce uno dei pilastri del mio carattere, condivido con lei che è merce rara nel nostro territorio, così come sono consapevole che le condizioni da terzo mondo in cui versa Reggio, siano il frutto dell’inettitudine amministrativa di chi la governa e, della pari, inadeguatezza dell’attuale opposizione. Sul perché si è arrivati a tal punto ritengo di avere le idee chiare sia da cittadino, che ha deciso di rimanere, sia da amministratore. Altresì conosco bene come gli assessori di tutti i comuni del centro-sud siano riusciti ad evitare il default, grazie ai ripetuti interventi straordinari varati dai Governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni, e come si procede al rinnovo del parco autobus grazie alle ingenti risorse che ciclicamente lo Stato e l’Europa destinano a tal fine. Riguardo la sua serenità derivante dal conoscere “persone con splendide visioni e militanti nel sociale” , considerato che io ne conosco tante e tante di più, dato che vivo il territorio, le assicuro che per me costituisce motivo di preoccupazione il fatto che proprio la parte pregiata delle comunità sia silente, indifferente anzi assuefatta al degrado. Per finire sugli argomenti su cui siamo d’accordo, condivido la necessità di guardare avanti, nella consapevolezza, però, che sia molto utile scrivere le pagine di storia del recente passato della nostra città, nel convincimento che una comunità non possa vivere a lungo senza verità e giustizia e che sia fondamentale fare tesoro delle esperienze trascorse per delineare in maniera adeguata il nostro futuro (del resto se le dicessi che è inutile parlare del fascismo perché è acqua passata lei mi manderebbe, giustamente, a quel paese). Concludo anch’io con la speranza di poterla incontrare magari pubblicamente, potremmo dare un servigio alla nostra comunità, se ciò non fosse possibile anche per un semplice caffè da concordare in privato. Ps. Tenga conto che purtroppo non ci sono più i bar “Bolignano” e “Massimo”.
Smorto: “vediamo nel pub che si è rifiutato di pagare il pizzo”
“La discussione si chiude poi con un nuovo intervento di Smorto, ricollegandosi al possibile luogo dell’incontro: “Grazie Demetrio Arena, io sarò breve. Intanto l’appuntamento lo darei in quel bellissimo pub che si è rifiutato di pagare il pizzo, in via S.Francesco da Paola, affinché non manchi nella discussione una parte del problema della Calabria e del Sud. Oppure al Museo, cartolina della nostra amata città. A me interessava sottolineare il valore del giornalismo, in quegli anni e oggi, in special modo di chi lavora nel precariato e nella solitudine. In quanto ai Grandi, mettere in discussione perfino Sergio Rizzo – uno che ha smontato il sistema politico italiano – mi sembra azzardato (negli ultimi anni a Rep ho avuto la fortuna di lavorare accanto a lui e ne ho apprezzato il rigore). Lascio da parte riferimenti personali che fregano solo a noi, io tuttora sulle barricate non so da quale parte mettermi, so solo con chi non starei mai (vedi discorso sul pub). Ma sono passati 50 anni e ancora vedo in giro manifesti contro Catanzaro. Un cordiale saluto”.