Catania: Messa in Cattedrale per l’anniversario della morte di Vincenzo Bellini

L'iniziativa rientra nel programma del Bellini International Context, promosso dalla Regione Siciliana Assessorato Turismo Sport e Spettacolo

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Le note delle più suggestive musiche sacre accompagneranno la Messa in suffragio del 188⁰ anniversario della morte di Vincenzo Bellini: la funzione – tenendo fede ad una consolidata tradizione di fede – si terrà il 23 settembre alle ore 10 nel Duomo, officiata dal parroco della basilica cattedrale, monsignor Barbaro Scionti. L’iniziativa rientra nel programma del Bellini International Context promosso dalla Regione Siciliana Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo. In particolare, l’omaggio musicale al Catanese è realizzato dal Bic in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Teatro Massimo Bellini, che schiera il Coro femminile, sapientemente diretto da Luigi Petrozziello. Se la città gli rende omaggio, il Catanese ricambia con l’afflato della sua melodia.

“Il Cigno consola la sua Catania”, scrive il musicologo Giovanni Pasqualino nelle sue note d’ascolto. Nei pressi del monumento funebre che accoglie in Duomo le spoglie mortali del grande compositore, il Coro femminile darà vita a un concerto di musiche sacre, che prenderà l’abbrivio dal “Kyrie” della compositrice francese Cecile Chaminade, mentre di Wolfgang Amadeus Mozart saranno eseguite le due abbaglianti pagine “Alleluia” e “Ave Verum Corpus”. All’interno della performance verranno anche proposti il “Sanctus et Benedictus” di Luigi Bottazzo e l’esaltante “Agnus Dei” di Bob Chilcott tratto da A little Jazz Mass; poi sarà la volta di una delle pagine più struggenti e dolorose della musica sacra di tutti i tempi, “Quando Corpus Morietur”, pezzo conclusivo dello straordinario “Stabat Mater” di Giovanni Battista Draghi detto Pergolesi, autore – stante alla testimonianza di Francesco Florimo – molto caro al cuore di Vincenzo Bellini. Di quest’ultimo è il brano finale ‘Come, ah come ogni cosa’, dall’opera Beatrice di Tenda. In maniera insolita, Bellini è presente in questo concerto non con un pezzo di musica sacra, come sarebbe consuetudine aspettarsi, ma con il delicato intervento di un Coro di damigelle, tratto dal penultimo melodramma belliniano, scritto nel 1833, due anni prima della prematura morte del musicista”.

“Il coro – sottolinea Giovanni Pasqualino – descrive mirabilmente gli accorati e sconfortati sentimenti che si agitano nell’animo della nobildonna. Abbiamo voluto immaginare, certo con tanta fantasia e visionaria esaltazione emotiva, che i quattro versi che vorrebbero consolare l’infelice Beatrice siano stati quasi una premonizione del grande dono di bellezza e gloria che Vincenzo Bellini avrebbe offerto alla città natale, illuminandola e vivificandola con la sua straordinaria e originale creatività: Come, ah come ogni cosa/il suo sorriso allegra, /a voi dolente ed egra, /rechi conforto ancora! Il sorriso della musa belliniana con la sua travolgente fascinazione e con il suo profondo pathos non solo ha recato e recherà sempre conforto ma darà anche lustro imperituro alla città etnea, com’ebbe a profetizzare il poeta Mario Rapisardi in una significativa epigrafe del 1876, in occasione della traslazione delle ossa del musicista dal cimitero parigino del Père Lachaise al Duomo di Catania: Questa Basilica, ove giacciono dimenticate le ossa di tanti re, diverrà famosa per la tomba di Vincenzo Bellini.

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