Una cerimonia all’insegna della gioia, mista alla commozione per un parroco, Don Vincenzo Calvosa, ora nuovo Vescovo di Vallo della Lucania, che ha lasciato un segno indelebile nella comunità di Trebisacce e dintorni. Alle celebrazioni di ieri 3 giugno, sono accorse circa duemila persone per prendere parte alla sua Consacrazione Episcopale, presso il Centro Polivalente del Comune di Villapiana, una grande struttura pronta ad accogliere la folla affezionata di fedeli. La consacrazione è stata recitata dal Vescovo della Diocesi di Cassano All’Jonio Mons. Francesco Savino insieme al Vescovo della Diocesi di Locri – Gerace, Mons. Franco Oliva e Mons. Ciro Miniero, attuale Amministratore apostolico della Diocesi di Vallo della Lucania e Coadiutore della Diocesi di Taranto.
Come si legge in una nota rilasciata proprio dalla Diocesi di Cassano all’Ionio, protagonista dell’evento, “la liturgia, dopo la presentazione dell’eletto e la lettura del Mandato del Papa è proseguita con l’invocazione dello Spirito, le litanie dei Santi e l’unzione del capo dell’eletto, la consegna del libro della Parola, dell’anello episcopale e del Pastorale. Provocatoria e stimolante l’Omelia di Mons. Savino che ha spiegato in tre macro argomenti come deve comportarsi un Vescovo. Il Vescovo è l’intercessore ostinato. Ci chiediamo” dice il Pastore della Chiesa cassanese “chi è il Vescovo?”
“La Parola di Dio di questa domenica ci presenta la missione di intercessore che il Vescovo è chiamato a vivere ostinatamente. La preghiera di intercessione per noi Vescovi, caro don Vincenzo, non è semplicemente un dovere ecclesiastico, ma è la sfida più grande che questa nuova vocazione ci consegna: svegliare l’aurora e stare alla sua presenza sempre per conto di terzi, mai solo per te stesso. Il Vescovo intercede soprattutto per quelle persone del popolo che sono dimenticate e oppresse: egli porta a Dio le lacrime e i drammi umani, nello stesso tempo annuncia al popolo quello che Dio è capace di realizzare con le pietre scartate”.
Presenti, commossi, i familiari di Mons Calvosa, la sorella Pinella e il fratello Agostino, i cognati, i nipoti, i rappresentanti delle istituzioni militari e civili, le comunità che hanno visto nascere don Vincenzo alla vita e quelle che lo hanno formato come presbitero.