Tumori, Tavernise contro Occhiuto: “no a una sola PET in tutta la provincia cosentina”

Il consigliere pentastellato batte i pugni sul tavolo del consiglio regionale e si rivolge al presidente Occhiuto: "dotare i centri di strumentazioni di diagnosi e cura"

StrettoWeb

Il consigliere regionale Davide Tavernise non le manda di certo a dire. Nell’interrogazione inoltrata al Presidente della giunta, il capogruppo pentastellato si scaglia contro la malasanità calabrese e la mancanza di strumentazioni imprescindibili per i pazienti oncologici. Le patologie tumorali sono in aumento, la scienza ha fatto passi da gigante con nuove scoperte e tecniche, ma la Calabria resta sempre indietro, troppo indietro. La zona dell’Alto Jonio Cosentino, ad esempio, è provvista di un sola PET al centro di Medicina Nucleare ‘Mariano Santo’ di Cosenza.

“È necessario dare risposte celeri ai bisogni sanitari dei pazienti oncologici della provincia di Cosenza – sostiene Tavernise – dotando i centri oncologici di adeguate strumentazioni di diagnosi e cura, ad iniziare da una Pet nel territorio della Sibaritide, per consentire ai pazienti di affrontare la malattia senza dover più sopportare viaggi fuori regione, che rappresentano un costo per le famiglie e i servizi sanitari regionali”. 

A complicare la già delicata situazione, è l’impossibilità di prenotare una visita presso il suddetto centro in tempi brevi. Molte volte infatti, i pazienti oncologici sono costretti a rivolgersi ad altre strutture oltre regione, non solo pubbliche ma anche e soprattutto private, per poter effettuare un esame che, in molti casi, si rivela un salvavita. “Un allarme, questo, – continua il consigliere – lanciato già nel novembre dello scorso anno dal referente della rete oncologica del dipartimento alla Sanità della Regione Calabria nonché dei responsabili dei Registri tumori delle cinque province calabresi, auditi in Terza Commissione Sanità, che hanno evidenziato come le strutture e le attività previste dalle vigenti leggi regionali sulla cura e prevenzione dei tumori non hanno avuto piena applicazione o sono rimaste del tutto inevase”.

Infine il capogruppo di M5S conclude: “Per tutto ciò e per alleviare i disagi di pazienti che vivono già precarie condizioni di salute si rende stringente l’applicazione delle norme inevase garantendo quel diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione”.

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