Rosalia Messina Denaro è degna erede morale del fratello. Oggi ha interrotto il giudice che le chiedeva come si chiamasse e quanti anni avesse dicento: “tanto non rispondo“. Si è dunque avvalsa della facoltà di non rispondere la sorella dello spietato bosso di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Rosalia, arrestata venerdì per associazione mafiosa è stata sottoposta oggi ad interrogatorio di garanzia, dal giudice delle indagini preliminari Alfredo Montalto. Ma non ha detto nulla.
“Le generalità ce le deve dire“, ha replicato il magistrato. Ma lei, che secondo gli inquirenti gestiva la cassa del clan per conto del fratello, organizzando la rete riservata delle comunicazioni del capomafia, si è limitata solo alle generalità. Poi si è chiusa in un silenzio totale. Ad assisterla l’avvocato Daniele Bernardone. “La mia assistita è in buone condizioni, compatibilmente con la situazione in cui si trova“, ha riferito il penalista, alla fine dell’interrogatorio, che si è svolto nel carcere Pagliarelli di Palermo. Nei prossimi giorni si saprà se farà istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame.
Messina Denaro: le indagini proseguono
Intanto, il pm Piero Padova, l’aggiunto Paolo Guido e il procuratore Maurizio de Lucia continuano ad indagare, cercando di ricostruire i 30 anni di latitanza di Messina Denaro. Degli oltre mille pizzini ritrovati nella case della donna, quella di Castelvetrano e quella di campagna di contrada Strasatti, e nel covo del boss a Campobello ce ne sono ancora molti da decifrare. Gli inquirenti che hanno identificato nel nomignolo Fragolone (uno dei nomi scritti nei biglietti) proprio Rosalia Messina Denaro, stanno cercando di risalire agli altri soggetti nominati negli scritti: da Fragolina a Condor, da Parmigiano, a Malato, Grezzo.
Gli inquirenti stanno anche cercando di capire come i messaggi venissero veicolati. Il materiale ritrovato offre moltissimi spunti: dal Denaro del capomafia – che, si legge nei pizzini, aveva una provvista minima di 120mila euro – alla rete dei complici.