Senza impianti di smaltimento, e con le discariche piene (e ormai “superate”), smaltire diventa sempre più difficile e per questo occorre mandare i rifiuti fuori Regione. Che significa? Pagare una Tari salatissima. Lo sanno bene i cittadini delle Regioni del Sud, protagonisti della ricerca di Cassa e depositi e prestiti. Il Rapporto Sud del Sole 24 Ore evidenzia proprio questo: “famiglie e imprese del Sud pagano il 25% in più di Tari per il servizio di gestione della spazzatura rispetto a chi abita nelle Regioni del Nord (359 euro l’anno a fronte di 282 euro)”. Succede in “Calabria, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna”, dove “la qualità del servizio” rimane comunque “generalmente inferiore rispetto al resto del Paese”.
E allora, ci si chiede, perché non costruire gli impianti? Bella domanda! La si dovrebbe porre ai soliti soggetti affetti da “miopia da sviluppo”, da “no a tutto”. Sono quelli che non vogliono il Ponte perché rovina l’ambiente (quando invece questo riduce e di molto l’inquinamento rispetto a quello provocato dalle navi che transitano giornalmente sullo Stretto) e sono anche quelli che non vogliono il termovalorizzatore di Gioia Tauro perché è pericoloso, però tanti di questi stavano per realizzare una discarica pericolosissima – in termini ambientali – a Melicuccà. Politica, come sempre. E intanto gli inceneritori mancano e a pagare più di tutti, come sempre, sono i cittadini.
“Attualmente, scrivono i ricercatori di Cdp – come si legge sempre nel Rapporto Sud del Sole 24 Ore – in Italia sono presenti 177 impianti di smaltimento finale tra discariche, impianti di incenerimento (tutti abilitati al recupero di energia) e impianti industriali che effettuano il coincenerimento dei rifiuti urbani. Gli impianti di recupero energetico sono concentrati in particolare nelle regioni settentrionali (dove sono presenti il 70% degli impianti) e le sei regioni (Valle D’Aosta, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo e Sicilia), che non ricorrono al recupero energetico a causa della totale assenza impiantistica, hanno tra i tassi più elevati di conferimento in discarica. Complessivamente, si stima che il fabbisogno impiantisco al 2035 per il trattamento di rifiuti urbani necessario per centrare i target europei ammonti a 5,2 milioni di tonnellate di cui: 2,4 milioni per il trattamento dell’organico, concentrati in particolar modo in Campania, Lazio e Sicilia; 2,8 milioni per il recupero energetico, concentrati soprattutto in Sicilia, Veneto e Lazio”.