“Non portate vestiti per i migranti“. E ci risiamo. Sono trascorsi giusto un paio di giorni da quando nelle chat WhatsApp dei genitori, quelle che ormai sembrano essere diventate l’unico infernale mezzo di comunicazione con la scuola, si è creato il caos dopo la lieve scossa di terremoto. Oggi, è scoppiato un altro caso.
“630 persone sbarcate stamattina al porto di Reggio, tantissimi bambini. Per lo sbarco di oggi servono urgentemente vestiti 0-12 anni per bambini, vestiti per uomini e donne. Non hanno nulla (con tanto di emoticon in lacrime, ndr) Condividete, per favore! O al cedir o a Gallico sup. al Boccioni“. E’ questo il messaggio diventato virale oggi a Reggio Calabria, soprattutto nelle suddette chat. Ma non basta. Si chiedeva a tutti i genitori di condividere la notizia con il maggior numero di persone possibili.
Ora, ad un occhio attento doveva risultare subito evidente che qualcosa non andava: raccolte simili non si fanno di certo affidandone la comunicazione ad un semplice messaggino. Cercando infatti sui canali ufficiali, siti web e pagine social, di Comune e Protezione Civile, non vi era alcuna comunicazione in merito. Ma ovviamente, verificare costa molto, a quanto pare. Tanto che nel tardo pomeriggio di oggi la Protezione Civile si è ritrovata costretta a dover fare una comunicazione ufficiale in merito. E il motivo è presto detto: al Cedir sono arrivati carichi di indumenti non richiesti.
La Protezione civile ha spiegato di non aver indetto “alcuna raccolta di indumenti al Cedir per i migranti che stanno lasciando la struttura. Chi l’ha organizzata – si legge ancora nella nota – non ha alcuna autorizzazione da parte del Comune, né sarà consentito alcun ulteriore deposito preso la struttura comunale”. Riempire il Cedir o la struttura di Gallico di indumenti non utili non è di certo il miglior modo per aiutare. Considerando anche che in questi casi gli organi preposti hanno già in dotazione indumenti a tale scopo. Se dovesse ritenersi necessario raccoglierne altri le comunicazioni avvengono per vie ufficiali. Basta informarsi senza credere che un semplice messaggio su WhatsApp sia oro colato. Anche perché una buona percentuale di chi ricondivide lo fa senza nemmeno leggere.