Droga e 18 telefoni nella cella di un detenuto, agenti penitenziari: “portati dai droni”

"Sono anni che denunciamo che i detenuti governano i loro affari dalle carceri utilizzando i cellulari" denunciano gli agenti penitenziari del Sappe

StrettoWeb

Sembra la trama di un film ma accade nelle carceri italiane. Diciotto telefonini e droga sono stati ritrovati dagli agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Lecce nella cella di un detenuto. Lo rende noto il Sappe, sindacato degli agenti penitenziari. Il dito è puntato contro i droni, a causa dei quali sono aumentati gli ingressi di cellulari e sostanze stupefacenti negli istituti di pena in quanto sarebbe “il metodo migliore e senza rischi” anche a causa della “mancanza di personale a controllo dei muri di cinta e del mancato funzionamento degli impianti di allarme antintrusione“.

Sono anni che denunciamo che i detenuti governano i loro affari dalle carceri utilizzando i cellulari che arrivano copiosi grazie anche alla tecnologia dei droni“, ribadiscono dal sindacato che “più volte abbiamo chiesto ai responsabili delle carceri italiane di intervenire con apparecchiature elettroniche capaci di bloccare l’uso dei cellulari oppure di disturbare il volo dei droni ma a tutt’oggi nulla è cambiato“.

Ci aspettavano dal presidente del consiglio Meloni, dopo il suo discorso di insediamento, un cambiamento che purtroppo non c’è stato“, continua il sindacato temendo che nelle carceri possano entrare esplosivi. “Se è questo che vogliono le istituzioni italiane – concludono la nota del Sappe -, andremo sulle barricate“.

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