Unione Popolare Polistena: “stupisce la mancata solidarietà del consiglio comunale a Pino Masciari”

Unione Popolare: "respinta una mozione presentata dalla minoranza, finalizzata ad intraprendere iniziative utili ad interrompere l’iter per la revoca della scorta all’imprenditore Pino Masciari"

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Con sommo stupore apprendiamo che il gruppo consiliare di maggioranza del Comune di Polistena, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, ha respinto una mozione presentata dalla minoranza, finalizzata ad intraprendere iniziative utili ad interrompere l’iter per la revoca della scorta all’imprenditore Pino Masciari, la cui vicenda di ribellione alle imposizioni della ‘ndrangheta è assai nota. Appare incomprensibile la mancata adesione ad una istanza riferita ad un tema, quale quello della lotta alla mafia, che dovrebbe essere assai caro alla stessa maggioranza e che, in ogni caso, non dovrebbe rimanere invischiata nelle ordinarie schermaglie di carattere politico. Stupisce, e non poco, che in un Comune come Polistena, storicamente impegnato nella lotta alla mafia ed in cui si afferma costantemente il proposito di respingere qualsiasi forma di cultura mafiosa, non sia stato dato seguito alla richiesta di aderire all’appello (già raccolto da altri Comuni) in favore dell’imprenditore catanzarese, straordinario modello di coraggio e di impegno civile”, è quanto scrive in una nota Unione Popolare Polistena.

“Al di là delle pur evidenti implicazioni pratiche della mozione, Il contrasto alla criminalità organizzata è fatto anche di azioni che assumono una ben più importante valenza simbolica, indispensabile a far sentire la vicinanza delle istituzioni a chi ha la forza di mettere a rischio la propria vita e quella dei propri familiari e ad incoraggiare quanti vorrebbero seguirne l’esempio. La lotta alla mafia deve essere la priorità per qualsiasi amministratore e non può certo andare a “stagioni” alterne. Come Unione Popolare esprimiamo quindi pieno sostegno e solidarietà a Pino Masciari, nella speranza che le autorità preposte riconsiderino la decisione di revocargli la scorta e diano così quel segnale di presenza dello Stato che tutta la parte buona della nostra collettività attende“, conclude la nota.

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