Silvio Berlusconi interviene in merito al conflitto in Ucraina: l’Italia è da considerare “in guerra” perchè invia armi a Kiev. Finchè ci sarà un muro contro muro Putin non si siederà mai a trattare
“Non abbiamo leader nel mondo, non abbiamo leader in Europa. Un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo della mediazione gli ha dato del criminale di guerra e ha detto che doveva andare via dal governo russo. Un altro, segretario della Nato, ha detto che l’indipendenza del Donbass non sarebbe mai riconosciuta. Capite che con queste premesse il signor Putin è lontano dal sedersi ad un tavolo“. È quanto ha dichiarato Silvio Berlusconi, nel corso di un’iniziativa di Forza Italia a Treviglio, in merito alla guerra in Ucraina.
Il leader di FI si è espresso in maniera critica sull’invio di armi in Ucraina da parte dell’Italia: “temo che questa guerra continuerà, siamo in guerra anche noi perchè gli mandiamo le armi, adesso dopo le armi leggere mi hanno detto che gli mandiamo carri armati e cannoni pesanti, lasciamo perdere, cosa significa tutto questo? Che avremmo dei forti ritorni dalle sanzioni sulla nostra economia e ci saranno danni ancora più gravi in Africa. E allora è possibile che si formino delle ondate di profughi e questo è un pericolo derivante dalla guerra in Ucraina. Bisogna pensare a qualcosa di eccezionale per far smettere a Putin la guerra“.
In conclusione, Berlusconi è tornato a parlare anche di un piano di difesa comune europea: “dal 2002 ho chiesto all’Europa di darsi una voce sola in politica estera e una forza armata comune. Con una forza comune si diventava una potenza militare mondiale. Ora non contiamo nulla nel mondo, io insisto ora che sono nel Ppe, perchè ci sia una politica estera e di difesa comuni“.