Calabria: Spirlì ricorda Andrea Rocchelli, giornalista italiano ucciso dai soldati ucraini nel 2014

StrettoWeb

L’ex presidente della Regione Calabria ha celebrato il report ucciso della città di Slov”jans’k, situata nell’oblast di Donetsk, durante la guerra nel Donbass

“Anche noi abbiamo avuto una vittima tra i nostri giornalisti, sempre in Ucraina, ma nessuno lo ricorda! L’italiano Andrea Rocchelli, è stato UCCISO nel 2014 dagli ucraini!”. E’ con queste parole che l’ex governatore calabrese Nino Spirlì omaggia il reporter italiano vittima il 24 maggio 2014 nel corso della guerra del Donbass da un colpo di mortaio sparato dall’esercito ucraino, secondo la ricostruzione dei giudici italiani, mentre svolgeva il suo lavoro. Un disertore dell’esercito locale ha accusato il proprio superiore, il comandante Michail Zabrodskij, di aver dato l’ordine di sparare contro il gruppo di civili. La tragedia è avvenuta nelle vicinanze della città di Slov”jans’k, situata nell’oblast di Donetsk, una delle due Regioni separatiste dichiarate indipendenti da Vladimir Putin nella guerra attualmente in corso.

Insieme al fotoreporter, quel pomeriggio vi erano l’attivista dei diritti umani e interprete Andrej Nikolaevič Mironov, anch’egli rimasto ucciso nell’attacco, il fotoreporter francese William Roguelon e l’autista locale, rimasti entrambi feriti, oltre un civile di passaggio, rimasto illeso. Il gruppo di giornalisti stava documentando le condizioni dei civili che si trovavano tra il fuoco dell’esercito ucraino e le postazioni dell’artiglieria separatista. Durante una sosta in prossimità di binari abbandonati, il gruppo è stato fatto oggetto di un tiro di armi da fuoco leggere e di mortai provenienti dalla collina occupata dalle postazioni ucraine. Il tiro di mortaio, che con ogni probabilità ha ucciso Mironov e Rocchelli e ferito Roguelon, è stato riconosciuto come proveniente dalla parte ucraina e non accidentale da un tribunale italiano, la sentenza finale del processo in giudicato riconoscerà interamente la responsabilità delle forze ucraine in questa operazione ma il principale indiziato Vitalij Markiv verrà assolto per non aver commesso il fatto a causa di un vizio di forma del processo di primo grado. Nel maggio 2016 sono state ritrovate le ultime foto scattate da Rocchelli mentre si trovava sotto il fuoco, prima di essere ucciso: queste documentano la durata del bombardamento, la conformazione del luogo ove si trovavano le vittime e il loro abbigliamento di civili inermi, benché privi di protezioni e di insegne che li distinguessero come giornalisti.

Nato a Pavia il 27 settembre 1983, il giovane aveva fondato “Cesura”, un collettivo indipendente mirato alla produzione di progetti fotografici senza compromessi commerciali. Il portfolio fotogiornalistico di Rocchelli è molto variegato: ha documentato la Primavera Araba in Libia ed in Tunisia, le violazioni dei diritti umani in Kyrgyzstan e Ingushetia e le condizioni dei migranti nel meridione d’Italia e il loro sfruttamento da parte della criminalità organizzata. L’Europa orientale e la Russia sono state aree geografiche di spiccato interesse per Rocchelli. Le sue foto sono state pubblicate da testate della stampa internazionale quali Le Monde, Newsweek, The Wall Street Journal e Novaya Gazeta. Al momento della sua uccisione Russian Interiors, il suo primo libro fotografico, era quasi completo. Il volume è stato pubblicato postumo da Cesura.

Foto Ansa

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