Salvatore Soviero ha giocato in riva allo Stretto solo una stagione, la 2003-2004, scendendo in campo 18 occasioni, ma i tifosi della Reggina lo ricordano comunque bene. La sua personalità, eccentrica, senza filtri, sincera e diretta oltre l’inverosimile, l’ha portato infatti ad essere ricordato per episodi decisamente oltre il limite, in diverse piazze in cui ha militato. In casa amaranto è da segnalare soprattutto quel Reggina-Juventus 2-1 del 6 novembre 2004, serata dolce per i ragazzi di Mazzarri, che batterono la super corazzata di Capello non senza polemiche. Episodi arbitrali discutibili fecero infatti infuriare la Vecchia Signora e quella gara passò alla storia per il famoso gesto (poi smentito dai diretti interessati) di Moggi nei confronti dell’arbitro Paparesta. Quella fu la partita in cui Soviero tornò in campo dopo una squalifica di 5 mesi. Nei concitati minuti finali, con un gol annullato alla Juve per fuorigioco, si rese protagonista di un episodio nei confronti di Del Piero, a cui quest’ultimo non reagì bene.
“Non c’era niente da chiarire con Del Piero – ha detto Soviero in un’intervista a Footballnews24, ritornando su quell’episodio – In quella gara tornavo in campo dopo la squalifica di 5 mesi ed ero già sotto l’occhio del ciclone. Mi sentivo molto agitato sia per questo motivo e sia perché comunque si giocava contro una grande squadra come la Juventus. Vi lascio immaginare come stavo durante quella gara. Solitamente, in queste situazioni, non mi si può parlare, immaginate come mi sentivo dopo 5 mesi trascorsi a giustificarmi. Devo dire che sono cose che succedono in campo, era un gesto particolare, non cattivo e soprattutto non c’entra nulla il discorso dell’omofobia. Del Piero tempo fa, durante un suo compleanno, ha anche ricordato questo episodio, quindi con lui è assolutamente tutto chiarito“.
Poi il portiere ha anche confessato perché la scelta del numero 8 in quella sua esperienza reggina: “Già a Venezia scelsi di giocare con la 7. A Reggio Calabria decisi di prendere la 8 perchè mi piaceva la lettura tra le righe di quel numero. Mi riferisco al fatto di lottare e di conseguenza l’otto “suonava” bene. Quando vidi che era libero non esitai a prenderlo e farlo mio”.
