Reggina, a Catania una sconfitta troppo pesante nel risultato finale di 4-1 per gli amaranto che hanno concluso la stagione a testa alta. E il presidente Gallo ha già vinto la partita più importante: riportare l’entusiasmo e la passione per il calcio in città dopo tre anni disastrosi
C’è un’enorme bandiera amaranto che sventola nel settore ospiti dello stadio Massimino di Catania: la Reggina ha appena perso 4-1 ma la squadra di Cevoli raccoglie gli applausi dei 14 tifosi che dopo il pasticcio combinato per una trasferta organizzata in poco più di 48 ore sono riusciti tra mille difficoltà a raggiungere l’ex Cibali: è il fotogramma di una stagione che si conclude a testa altissima per la squadra di Reggio Calabria. Il sogno del ritorno in serie B, coltivato in questi playoff, era più che altro il desiderio enorme di una piazza che negli ultimi anni aveva subito troppe delusioni. Ma non ha mai rappresentato una chance particolarmente verosimile osservando il campo dall’esterno, senza coinvolgimento emotivo, in modo obiettivo: troppo grande la differenza di valori tecnici tra l’organico della Reggina e quello di almeno 5-6 delle altre pretendenti, tra cui lo stesso Catania affrontato prestissimo.
Gallo ha già vinto la sua partita più importante: in pochissimi mesi ha riportato entusiasmo e passione in una città a cui per anni era stata negata anche soltanto la possibilità di tornare a sognare.
E dal punto di vista tecnico, in tanti dovrebbero chiedere scusa a Cevoli. Perchè senza la disastrosa parentesi Drago, questa squadra avrebbe chiuso la stagione ben più in alto in classifica. Adesso il tecnico merita ampia considerazione anche per un’eventuale riconferma per la prossima stagione: se l’è meritata per quello che ha fatto sia prima dell’esonero che dopo la scelta di Gallo di richiamarlo alla guida della panchina quando, con Drago, persino l’accesso ai playoff sembrava compromesso.
Il Granillo è tornato, contro la Casertana e contro il Monopoli, quella bolgia che non si vedeva dallo spareggio playout vinto con il Messina a maggio 2015, epilogo dell’era Foti. E non è un caso se la prima cosa che Gallo ha deciso di fare una volta diventato Presidente, è stato proprio restituire lo storico marchio della Reggina di Foti e il Centro Sportivo Sant’Agata alla società, portando in un colpo solo quell’attesa esigenza di pacificazione e continuità nei confronti di una storia che soltanto qualche idiota si permetteva ottusamente di rinnegare ma di cui invece Reggio Calabria è fortemente orgogliosa.
Sono stati tre anni e mezzo da incubo per la Reggina, ma quell’incubo adesso è finito. Il pullman, lo store, i progetti per il Granillo e la voglia di tornare nel calcio che conta: Gallo ha già dato ampie garanzie, stasera a Catania non è la fine di un sogno ma l’inizio di una nuova storia di gloria. La Reggina è tornata.