Festa della mamma a Reggio Calabria: iniziativa sulla figura della madre nella narrativa, nella poesia e nella raffigurazione

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Reggio Calabria: l’Associazione Culturale Anassilaos sabato 11 maggio alle ore 17,30 presso lo Spazio Open e congiuntamente con esso propone, con Daniela Scuncia, un viaggio rapsodico e arbitrario sulla figura della madre nella narrativa, nella poesia e nella raffigurazione

“La Festa della mamma” il prossimo 12 maggio, in un Paese che viene considerato “mammone”, è un appuntamento che da moltissimi anni offre l’opportunità di riflettere sul ruolo della mamma e della donna-madre nella nostra società mediterranea che fin dalla antichità più remota ha sempre privilegiato la figura della maternità sia nel campo dell’arte figurativa (le statuette dell’arte egea, gli affreschi minoici) che in quello della religione con le figure della Magna Mater, di Iside e infine, con il Cristianesimo, della Madonna che ha occupato e occupa tuttora un ruolo fondamentale nella fede dei popoli mediterranei. L’Associazione Culturale Anassilaos sabato 11 maggio alle ore 17,30 presso lo Spazio Open e congiuntamente con esso propone, con Daniela Scuncia, un viaggio rapsodico e arbitrario sulla figura della madre: nella narrativa, nella poesia e nella raffigurazione. Sviluppare un discorso organico in merito, sarebbe oltremodo ambizioso per un unico incontro, per questo la proposta è orientata a incursioni letterarie e figurative per incontrare madri non ortodosse, fuori dalla classica iconografia, eppure sempre assolutamente madri. Da Pacha Mama (in lingua quechua Madre Terra) alla Vergine Maria, da Medea ad Anna Karenina passando dalla poesia Obiurgatio (“invettiva”) di Luzi alla Ballata delle Madri di Pasolini, dalle maternità più rappresentate dai grandi artisti al lavoro iconografico di Annie Diamond I promise to be a good mother ( in mostra alla Triennale di Milano fino a luglio). Tanto materiale vuole essere un modo per pensare alla figura della madre in modo diverso, e fornire spunti di riflessione per rivedere il nuovo e l’antico, incarnato nel mistero della maternità.

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