‘Ndrangheta, Cafiero De Raho durissimo: “il sistema di protezione dei collaboratori di giustizia è inadatto”

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‘Ndrangheta, Cafiero De Raho: “pur riconoscendo il grande sforzo che il servizio centrale ha compiuto e continua a compiere, il sistema oramai non è più adatto a svolgere esattamente il compito che deve svolgere, perché la struttura non è più capace di dare tutto quello che un collaboratore di giustizia si aspetta”

“Pur riconoscendo il grande sforzo che il servizio centrale ha compiuto e continua a compiere, il sistema oramai non è più adatto a svolgere esattamente il compito che deve svolgere, perché la struttura non è più capace di dare tutto quello che un collaboratore di giustizia si aspetta”. E’ quanto afferma il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho durante l’audizione a palazzo San Macuto davanti alla commissione parlamentare Antimafia, in particolare sul caso dell’omicidio di Marcello Bruzzese, fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese ex esponente di spicco della ‘ndrangheta della costa tirrenica della Calabria. “Si tratta di persone che lasciano una cosca, un clan, un’organizzazione mafiosa che fino a quel momento li ha mantenuti. E’ vero che hanno commesso reati che rappresentavano il loro ‘lavoro’ certamente da condannare. Ma dal momento in cui ne vengono fuori, dovrebbero avere la possibilità di trovare un lavoro e una
sistemazione”, osserva Cafiero De Raho. “Per i testimoni di giustizia – ricorda – la legge prevede la possibilità che vengano assunti da enti pubblici, anche se c’è ancora difficoltà sotto questo profilo; ma almeno c’è una previsione. Ci sono tanti aspetti che bisogna approfondire e affinare eppure sono tantissimi i collaboratori di giustizia e non è una scelta facile rafforzare in modo ampio il servizio, c’è un problema di spese e di capacità”.

(AdnKronos)

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