
Finita la cena delle volpi, finiva il loro guaire e l’abbaiare dei cani. Cominciava l’altro silenzio, quello dei coloni che irrigavano a scorrimento i giardini, si sentiva il vociare e le discussioni con i ripartitori, per qualche minuto di acqua in più o per la mezza partita di acqua insufficiente. Compare Nino, mentre il colono irrigava, in attesa di manovrare verso altro giardino, accompagnava la sua attesa con l’armonica a bocca. Era bravissimo. Per fortuna anche questo silenzio passava in fretta. Ed iniziava il successivo. Infatti verso le tre di notte i coloni si recavano nelle stalle per la mungitura. Allora il coro delle mucche, felici perché le mammelle scoppiavano di latte e la mungitura le liberava, riempiva l’aria. Ma sarebbe passato presto anche questo silenzio, in cambio dello stridere delle ruote dei carretti. Quello del lattaio e quello di zio Vincenzo che, finita la mungitura, andava a Sala per tagliare l’erba medica per le sue bestie.
Nel frattempo, il buio incominciava a lasciare il posto alle prime luci dell’alba. Come era silenziosa la notte di estate al paese. Quel silenzio mi piaceva e mi riempiva il cuore. Mi piaceva ascoltarlo, le notti in cui potevo. Chissà se avrei potuto goderne ancora ….
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