‘Ndrangheta, storico blitz a Reggio Calabria: il legame tra il maxi blitz di oggi e la bomba sul tragitto del Presidente Napolitano nel 2010
Uno dei fermati nell’operazione condotta stamani dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria – denominata “Mandamento” – e’ sospettato di avere avuto un ruolo nella vicenda del posizionamento di una vettura con all’interno armi ed esplosivo rinvenuta dai carabinieri lungo il tragitto che, il 21 gennaio 2010, avrebbe dovuto seguire il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Reggio Calabria. Si tratta di Francesco Pangallo, ritenuto elemento di vertice della cosca Latella – Ficara attiva nella zona sud di Reggio Calabria. Secondo l’accusa, avrebbe riferito sistematicamente al boss di San Luca Giuseppe Pelle notizie coperte da segreto istruttorio passategli da Giovanni Zumbo, amministratore giudiziario del Tribunale di Reggio Calabria ed ex collaboratore dei servizi che, grazie a tale posizione, le aveva apprese a sua volta da ambienti giudiziari. Zumbo, per la vicenda dell’auto contenente esplosivi, nel 2013, e’ stato condannato in primo grado a 16 anni ed 8 mesi di reclusione insieme a Giovanni Ficara, ritenuto il boss dell’omonima cosca (11 anni e nove mesi) e l’imprenditore caseario Demetrio Domenico Pratico’ (15 anni e otto mesi). Le armi e gli esplosivi, che non erano innescati, furono trovati all’interno di una Fiat Marea posta nelle vicinanze del percorso che il Capo dello Stato avrebbe dovuto fare per giungere in aeroporto a conclusione della sua visita in citta’. Fu proprio Zumbo a fare trovare l’auto con una telefonata fatta ad un appuntato dei carabinieri. Secondo l’accusa si tratto’ di una “messinscena” messa in atto da Zumbo allo scopo di accreditarsi come fonte.