Don Stamile, delegato di Libera Calabria, commenta l’operazione che stamane ha condotto all’arresto di 116 persone appartenenti ai clan della ‘ndrangheta: “bisogna continuare a lavorare per sradicare quella mentalità mafiosa radicata nel cuore di quei calabresi”
Dopo l’operazione di questa mattina che ha condotto all’arresto di ben 116 persone appartenenti ai clan storici della ‘ndrangheta calabrese, Don Stamile, delegato di Libera per la Calabria commenta così l’importante operazione che “giunge a coronamento di un impegno senza riserve da parte del procuratore della Dda di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, che tra poco concluderà il suo mandato alla procura reggina“. L’operazione, che ha visto il coinvolgimento di oltre mille carabinieri, dice il sacerdote, “ci incoraggia ad andare avanti nel nostro impegno di educazione delle coscienze in contesti di ‘ndrangheta consapevoli di aver bisogno dell’aiuto e dell’impegno di tutti coloro i quali ritengono che la ‘ndrangheta sia il cancro esiziale della Calabria, come la definiva don Italo Calabrò “. “Si è riuscito a sgominare ben 23 cosche della ‘ndrangheta ionica-reggina, storicamente ritenuta cuore pulsante a livello nazionale e internazionale. È davvero un colpo molto duro inferto a chi riteneva, come si evince da alcune intercettazioni, di essere lo Stato in quel determinato territorio“- commenta Don Stamile. Secondo il referente di Libera bisogna però continuare a lavorare per “sradicare quella mentalità mafiosa radicata nel cuore di quei calabresi ai quali la ‘ndrangheta fa comodo e che chiedono favori, comparaggi e ricorrono ancora oggi a queste figure losche e oscure per chiedere loro di fare da padrini e testimoni di nozze”. “Dunque– aggiunge il sacerdote- occorre una vera e propria presa di coscienza anche da parte della politica che ancora oggi, in qualche sua componente si vede collusa con le ‘ndrine“. A tale scopo oggi e domani Libera lancerà un appello ai cittadini, alle associazioni e agli imprenditori affinché si rafforzi l’impegno di “testimonianza, oltre alla denuncia dei soprusi, in particolare racket e usura , nei confronti di tutta la realtà calabrese“.