A Messina una due giorni dedicata alle ricchezze dello Stretto di Messina, un’occasione per stimolare il risveglio della città
“Sfogliare pagine di 40 anni fa e trovarvi considerazioni che potrebbero essere riproposte oggi per la loro straordinaria attualità, ci dice con drammatica evidenza che mentre il mondo corre la città è ferma“- dice Mario Primo Cavaleri ai microfoni di StrettoWeb. E del resto, water front, Zona Falcata, Cittadella fieristica, Area dello Stretto, conurbazione, metropolitana del mare, ponte: sono tutti i “temi caldi” che puntualmente ritornano in auge, con tutte le polemiche del caso, ma che poi di fatto non si traducono in progetti concreti.
“La Sicilia si è emarginata da sé nel momento in cui ha scelto di voltare le spalle al mare– continua Cavaleri- di non dotarsi di quelle infrastrutture strategiche che le avrebbero assicurato ben altro ruolo nel Mediterraneo. Si va avanti a strattoni, senza lungimiranza, con una politica del “giorno dopo giorno” che cerca di nutrirsi di pomposi annunci che prometto mirabilia: 40 porticcioli per la nautica; polo turistico Taormina-Eolie, idrovolanti per l’aeroporto, solo per citare a mente alcuni dei propositi degli ultimi anni. Ma vogliamo essere essere ottimisti e quindi salutar con favore guizzi creativi che si vanno manifestando. Si tratta di incoraggiarli, non deprimerli come è stato finora, evitando che si alimenti un’emigrazione dei migliori talenti“.
Secondo la direttiva europea Marine Strategy il raggiungimento de “il buono stato ambientale dei mari” è fissato entro il 2020 e per raggiungere questo obiettivo è necessario coinvolgere tutti gli stati rivieraschi. Intanto, a livello locale, per quel che riguarda lo spopolamento del nostro mare, il consigliere Sanò si è reso promotore di una petizione con 31 mila firme contro la pesca a ciancioli sulle rive di Torre Faro.