Notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari svolte nei confronti degli amministratori della Società Pubblica “So.a.kro. S.p.A.”
- false comunicazioni sociali di cui all’art 2621 c.c., per i bilanci presentati dalla suddetta società degli anni 2010-11-12, poi assorbito dal più grave reato di bancarotta fraudolenta ex art. 223 co. 2° Legge Fallimentare.
- 323 co. 2° – 314 c.p. (tale ultima fattispecie assorbita nel più grave reato di cui all’art. 216 della Legge Fallimentare).
- negli anni dal 2013 al 2015 (fino all’11.03.2015), la società ha stipulato diversi contratti di cottimo fiduciario e lavori di somma urgenza, che sono risultati essere accumunati dal fatto che i servizi ivi indicati non potevano essere considerati singolarmente, ma come delle prestazioni effettuate nell’ambito di un servizio unitario, che, superando il limite di €. 40.000,00, ai sensi della vigente normativa sugli appalti pubblici, dovevano essere concessi attraverso le normali procedure e nel rispetto dei principi di trasparenza, rotazione e parità di trattamento. Inoltre, alcuni dei citati contratti, considerati unitariamente nell’intero arco temporale a cui si riferiscono i rapporti economico-commerciali con la “Soakro S.p.A.”, superando il limite di €. 200.000,00, previsto per i lavori o servizi, dovevano essere affidati non in economia attraverso il cottimo fiduciario, bensì attraverso le ordinarie procedure di affidamento per i contratti pubblici. Gli importi dei contratti illegittimamente affidati ammontano complessivamente ad €. 1.672.042,29;
- la società controllata è risultata beneficiaria di finanziamenti ricevuti per la realizzazione di progetti cofinanziati dall’unione europea (fondi fesr, apq e cipe). Considerato che la stessa, ai sensi della vigente normativa, non ha reintegrato il “conto dedicato” alle commesse pubbliche delle somme utilizzate per scopi diversi dalla realizzazione dei progetti de quo, la società, nel corso degli anni (fino al 2015), e per essa i dirigenti, ha distratto fondi pubblici, per un ammontare complessivo di €. 710.485,99;
- la società, negli anni dal 2012 al 2015, in virtù della sua veste di società “in house”, ha conferito incarichi che, oltre a non essere in linea con la vigente normativa in merito ad incarichi di studio, consulenza e di collaborazione, dovevano essere affidati tramite evidenza pubblica. L’importo complessivo di detti incarichi ammonta a complessivi €. 200.380,48;
- la società, nell’anno 2014, in violazione alla normativa sugli appalti pubblici, a fronte di lavori di manutenzione e costruzione di impianti idrici e fognari effettuati da una impresa locale, ha sostenuto spese, in presenza di d.u.r.c. (documento unico di regolarità contributiva) non più valido e caratterizzato da irregolarità contributive, per un ammontare complessivo pari ad €. 18.818,00;
- nell’anno 2013, la società, in violazioni alla vigente normativa, ha distratto spese, utilizzate per la manutenzione ordinaria di pulizia di impianti di sollevamento, che, sulla base dell’attività ispettiva eseguita, sono risultati non pertinenti ad un progetto cofinanziato con l’unione europea, per un importo complessivo pari ad €. 7.590,00.
- continuato a ricevere finanziamenti pubblici nell’ambito del fesr 2007/2013 e a.p.q.;
- utilizzato le predette somme per effettuare sia pagamenti economicamente e giuridicamente non giustificati (consulenze) sia pagamenti “preferenziali”;
- fatto aumentare in maniera esponenziali i propri debiti per come sopra specificato.
È stata inoltre accertata una distrazione (prima facie rubricata come Peculato di cui all’art. 314 c.p.) per €. 541.933, negli anni dal 2011 al 2015, la società ha conferito un incarico di consulenza, privo di qualsiasi ragione economica, in quanto i relativi compensi sono stati erogati nei confronti di una società il cui amministratore, sulla base dell’attività ispettiva eseguita, è risultato aver svolto funzioni di amministratore “di fatto” della società controllata. Pertanto, tali compensi, per un ammontare complessivo di €. 470.738 erano piuttosto legati a quest’ultima funzione che non alla “formale” consulenza affidata alla sedicente società di consulenza. Inoltre, negli anni 2013 e 2014, la società, nei confronti di soggetti inseriti a vario titolo nella struttura societaria, ha concesso dei premi in denaro da erogare in forma di una tantum e connessi al raggiungimento di determinati obiettivi. Detti premi, per complessivi €. 71.194 sono risultati essere privi di qualsiasi ragione economica, oltretutto perché gli obiettivi non sono stati raggiunti per come erano stati prefissati. Allo stato delle indagini la somma complessiva relativa alle condotte criminose ammonta a € 11.649.028. Infine, negli anni 2012 e 2013, il direttore amministrativo prima e successivamente l’amministratore della società nella loro qualità di equiparato ad un “incaricato di pubblico servizio”, si è reso responsabile di falso ideologico ai sensi dell’art. 479 e 493 c.p, per aver falsamente attestato la corrispondenza dei verbali del consiglio di sorveglianza depositati presso la C.C.I.A.A., relativi all’approvazione dei bilanci dell’anno 2011 e 2012, con quelli conservati agli atti della società. Anche con l’odierna operazione la Guardia di Finanza, nel suo specifico ruolo di polizia economico-finanziaria, a supporto delle precise indicazioni della Procura di Crotone, coordinatrice di tutta l’indagine, pone in evidenza l’importanza di salvaguardare l’integrità dei pubblici bilanci, al fine di garantire ai cittadini legalità, equità e trasparenza nella gestione delle pubbliche risorse e, quindi, efficienza nell’erogazione dei pubblici servizi, quale quello idrico.