
Lo scorso 22 giugno la Prima prova, il tema d’italiano, ha aperto la full immersion di quiz a cui i ragazzi hanno dovuto tenere testa, cercando di sintetizzare in almeno quattro colonne tutte le loro conoscenze e capacità critiche. La traccia sul rapporto padre-figlio è stata la più gettonata nei licei; quella sul significato di “confine” la più scelta negli istituti tecnici ma in generale la traccia più svolta in questa sessione di esami è stata la traccia sul valore del paesaggio. Ultima scelta in tutte le scuole l’analisi del testo di Umberto Eco.
Giusto il tempo di prendere fiato e rimettere a posto le idee che si cambia registro: il 23 giugno le scuole superiori hanno presentato ai propri alunni la tanto famigerata “Seconda prova”, diversa a seconda degli indirizzi scolastici. Le più temute, come sempre, quelle del liceo Classico (la versione di greco del testo di Isocrate) e quella del liceo scientifico (dieci quesiti e due problemi).
Ultima fase degli scritti lunedì 27 giugno con la terza prova, conosciuta anche come “Quizzone“: un quesito per quattro materie diverse in base ai programmi svolti classe per classe.
Ieri, 29 giugno, invece, i ragazzi hanno iniziato a sedersi davanti alle commissioni per l’ultimo step: le prove orali. Un candidato da solo davanti ai docenti, interni ed esterni, e al Presidente di commissione, per rispondere di tutto il loro bagaglio culturale messo insieme negli ultimi anni di scuola. Ogni esame orale viene introdotto dall’esposizione di una tesina scelta dallo studente, su un argomento capace di declinarsi in ogni materia studiata.
Tra i temi più gettonati secondo alcune analisi: la fantasia, l’ illusione, la musica, il viaggio, l’angoscia e la linea sottile tra finzione e realtà. Sempre molto apprezzati anche due grandi classici: Pirandello e Facebook.
Esami che richiedono da sempre grande impegno e grande memoria, oltre che freddezza e lucidità soprattutto alle immancabili “domande trabocchetto” o ai comunissimi vuoti di memoria.
L’ansia e la paura spesso giocano brutti scherzi agli studenti ma la consapevolezza che alla fine del colloquio (che sembrerà infinito) ci sarà la tanto agognata “libertà” riesce a dare la forza per affrontare tutto. Che poi sul tabellone dei voti appaia un 100 o un 60 poco importa: una prima fase di vita si potrà ritenere conclusa e si potrà iniziare a lavorare davvero per realizzare i propri sogni.