“Se si volesse entrare- prosegue– nel merito della rimodulazione, tanti sarebbero i rilievi da formulare, a partire dall’aspetto più generale che vede snaturata la stessa funzione di un intervento che si configura straordinario e strutturale ex lege e le cui risorse andrebbero destinate allo sviluppo del territorio cittadino e non certamente alla gestione dell’ordinaria amministrazione, mascherata da riqualificazione. Demagogico e fuorviante, infatti, si dimostra l’impiego di metafore di grande suggestione, ma prive del minimo fondamento in termini di concretezza e molteplici sarebbero gli addebiti di improvvida sconsideratezza da sottolineare circa l’intervenuto definanziamento di alcune opere previste per lo sviluppo della città. La posizione di Azione Nazionale sull’abbandono del progetto più importante del Waterfront e cioè il Museo del Mare è ben chiara a tutti, per averla gli stessi esponenti più volte espressa in termini di preoccupazione. E sostenere la semplice sospensione del progetto significa credere al facile disincanto dei reggini, i quali invece comprendono appieno di trovarsi di fronte ad una occasione unica e irripetibile, potenziale volano economico e occupazionale. Andrebbe per onestà politica e di intelletto ben specificato – aggiunge– che molte delle opere previste ed illustrate sono frutto della elaborazione e della programmazione proprio di quelle precedenti amministrazioni tanto vilipese davanti alla opinione pubblica, ma ormai l’assuefazione alla presunzione è tale che nessuno ci fa più caso. Ma è la stessa visione minimalista e rinunciataria di questa amministrazione a lasciare basiti oltre ogni più grigia previsione. Ciò che maggiormente affligge questa amministrazione è però lo smarrimento della rotta di navigazione, l’aver perso di vista l’obiettivo e la possibilità unica di riscatto economico di questa città, che in una parola si chiama “turismo”. Per decenni si è cercato di individuare quale fosse la vocazione di Reggio e oggi viene data per scontata questa scelta, dimenticando più o meno intenzionalmente chi individuò qualche anno addietro lo sviluppo turistico quale unica vera risorsa del territorio. Assistiamo ad un impietoso ripiego, ad un inaccettabile marcia indietro rispetto a quegli obiettivi, soprattutto in vista della imminente possibilità di assegnare autonomamente un ruolo alla nostra città ed alla nostra provincia, nella nuova dimensione Metropolitana. Le parole, però, non bastano. I dibattiti, per quanto utili e necessari, non alimentano che speranze. I fatti daranno ai reggini la convinzione che il futuro potrà riservare sviluppo e incremento turistico.
Ed i fatti si chiamano analisi, studio, approfondimento, programmazione e realizzazione. In che modo possa leggersi all’interno di questa rimodulazione una parvenza di crescita in tal senso non è cosa di facile identificazione. Il fenomeno turismo non si inventa da un giorno all’altro, si crea dando vita ad un processo di elaborazione di idee e progetti di grande respiro, ma soprattutto di messa in atto degli stessi. Una città che vuole fare della propria risorsa principale l’attrattività ha obbligo di programmare le stagioni non di improvvisarle come sta facendo questa Giunta. Oggi, invece, dobbiamo prendere atto che la “città del provvisorio e dell’emergenza” è tornata, ma Azione Nazionale non può consentire passivamente che ciò accada nell’indifferenza generale e nella disillusione di chi non crede nelle grandi potenzialità che invece la nostra Reggio possiede e si attiverà con iniziative volte a dimostrare alla cittadinanza che credere in questo progetto potrebbe significare la soluzione a tutti i problemi che la affliggono”, conclude.