Reggio: i 5 soggetti sono accusati di associazione mafiosa, estorsione ed intestazione fittizia di beni aggravati dalle finalità mafiose
1) DE STEFANO Giovanni Maria, alias “Il Principe”, nato a Reggio Calabria il 30.10.1976;
2) ARECCHI Fabio Salvatore, nato a Reggio Calabria il 17.06.1977;
3) VOTANO Francesco, detto “Ciccio”, nato a Reggio Calabria il 16.11.1988;
4) MORABITO Vincenzo, detto “Dino”, nato a Reggio Calabria il 11.08.1968;
5) ASSUMMA Arturo, nato a Reggio Calabria l’01.09.1985.
L’operazione è il frutto di due distinte ed originariamente autonome attività investigative condotte dalla Squadra Mobile e dal R.O.N.I. dei Carabinieri di Reggio Calabria: le prime incentrate sulla figura e sulle attività criminali di DE STEFANO Giovanni Maria, rampollo della famiglia rimasto in libertà, che esercitava il governo territoriale della cosca; le seconde sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Enrico DE ROSA con riferimento alle attività estorsive poste in essere ai danni della CO. BAR S.p.a., esecutrice dei lavori di ristrutturazione del Museo Archeologico della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Le indagini hanno consentito di dimostrare come la cosca DE STEFANO agisca con speciale autorevolezza criminale nella zona di centro della città di Reggio Calabria, attraverso l’esercizio dell’intimidazione. Peraltro, recentemente sono stati scarcerati DE STEFANO Orazio cl. 1959 (scarcerato in data 19.09.2014) e DE STEFANO Paolo Rosario cl. 1976 (scarcerato in data 19.08.2015). Entrambi erano stati tratti in arresto dopo lunghi periodi di latitanza, al pari del più grande dei figli del defunto “don Paolo”, ovvero il DE STEFANO Carmine cl. 68, che aveva pienamente condiviso col più noto fratello Giuseppe cl. 1969, gran parte delle vicende giudiziarie afferenti il clan mafioso, ereditando unitamente a quest’ultimo, la reggenza e la gestione criminale della cosca.
Nel periodo antecedente a dette scarcerazioni, un ruolo speciale era ricoperto da DE STEFANO Giovanni Maria, figlio del defunto Giorgio DE STEFANO, quale unico rampollo della storica famiglia che – all’indomani della sua liberazione, avvenuta nel mese di settembre 2009 – l’aveva rappresentata sul territorio, assumendone la reggenza.
Un ruolo di primo piano è attribuito a SONSOGNO Demetrio (già detenuto, poiché tratto in arresto nell’ambito dell’operazione Tatoo condotta dalla Squadra Mobile nel mese di novembre 2013), quale dirigente organizzatore, con compiti di diretto controllo e gestione delle attività estorsive – poste in essere direttamente e per il tramite di altri sodali – e d’infiltrazione degli interessi patrimoniali della cosca nell’economia lecita, nonché di controllo delle attività economiche avviate e da avviare, anche al fine di garantire il necessario sostegno ai massimi dirigenti della cosca detenuti ed ai loro familiari.
Nell’ambito della cosca DE STEFANO, ARECCHI Fabio Salvatore e VOTANO Francesco (unitamente, anche con compiti e condotte diverse, ad Enrico DE ROSA) hanno il ruolo di partecipi, con lo stabile compito di fungere da continuativi intermediari tra i sodali e, in particolare, tra DE STEFANO Giovanni e gli altri associati, ricevendo e riportando svariati messaggi funzionali alla migliore operatività della cosca e collaborando fattivamente alle attività economiche intestate fittiziamente all’ARECCHI, le cui sedi operative divenivano anche punto logistico per lo scambio di messaggi tra i sodali e strumento di riciclaggio delle attività delittuose perpetrate dalla cosca.
Invero, costoro, in tempi diversi e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con minacce e violente intimidazioni, costringevano BAROZZI Vito Matteo e la società CO.BAR spa (di cui il medesimo BAROZZI è il titolare del 95% delle quote sociali ed amministratore) a corrispondere – tramite il geometra Domenico TREZZA ed in quattro distinte occasioni – somme di denaro di differente importo ed in particolare:
• in una prima occasione, a consegnare a MORABITO Vincenzo, detto Dino, una somma di denaro pari a 15/20.000,00 euro circa (somma successivamente prelevata dal DE ROSA Enrico e dal SONSOGNO);
• in una seconda occasione, a consegnare al SONSOGNO ed al DE ROSA nei pressi di un ingresso laterale del Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria una somma di denaro pari a 45/50.000,00 euro circa;
• in una terza occasione, a consegnare al DE ROSA Enrico una somma di denaro pari a 50.000,00 euro circa (somma successivamente da quest’ultimo corrisposta al SONSOGNO);
• in una quarta occasione, a consegnare ad ASSUMMA Arturo una somma di denaro pari a 50/60.000,00 euro circa (somma successivamente prelevata dal DE ROSA e corrisposta al SONSOGNO).
Il quadro complessivo delle risultanze investigative ha consentito di ritenere sussistente il pericolo di fuga in capo a DE STEFANO Giovanni Maria, MORABITO Vincenzo, ASSUMMA Arturo, VOTANO Francesco e ARECCHI Fabio Salvatore, sicché, nei confronti degli stessi, è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria il provvedimento di fermo di indiziato di delitto eseguito dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato nella mattinata odierna. L’operazione “Il Principe” prende il nome dall’appellativo con cui i sodali erano soliti chiamare DE STEFANO Giovanni Maria, il quale, da diversi anni, svolge funzioni di reggente della omonima cosca di ‘ndrangheta, segnatamente nel settore delle estorsioni.
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