
Ci sarebbero anche motivazioni economiche sulla gestione delle casse aziendali dietro la decisione, presa da Alessio Ciacci, di lasciare il vertice di MessinAmbiente. L’ordinanza sindacale del giugno 2015, volta a prorogare i termini d’azione della partecipata di via Dogali, avrebbe infatti indotto l’ex commissario liquidatore a qualche riflessione critica concernente l’impatto finanziario di una simile decisione. Ciacci avrebbe evidenziato alla Giunta come i fondi stanziati con quel provvedimento sarebbero stati insufficienti, sottolineando un dato: per fornire le prestazioni richieste sarebbero serviti altri 750mila euro per il periodo estivo. Essendo in liquidazione, MessinAmbiente doveva fare i conti con un esercizio provvisorio costantemente in perdita, da qui la richiesta di iniettare nuova liquidità per non depauperare il patrimonio societario a danno dei creditori.