
Il famoso passaggio dall’emergenza all’eccellenza, invocato da una Giunta che ambiva alla tutela del verde, è finito sepolto sotto le discariche a cielo aperto: da Faro a Santa Lucia la situazione è identica. Le immagini che in queste settimane vi abbiamo proposto si possono sovrapporre specularmente.
L’assessore Ialacqua, ascoltato il numero uno di MessinAmbiente Alessio Ciacci, aveva garantito che entro sabato saremmo tornati alla normalità: siamo a venerdì e nulla sembra essere cambiato rispetto all’attimo in cui l’esponente della Giunta si era lasciato andare all’ottimismo.
Incassato il no sulla discarica di Pace, un clima d’improvvisazione sembra essersi imposto fra i banchi della Giunta. Quasi per paradosso il sindaco ed il suo braccio destro per l’Ambiente si trovano oggi a difendere strenuamente un progetto che in passato hanno osteggiato in lungo e largo, impugnando fioretto o sciabola – a seconda del momento – con gli alleati di ieri, con quella galassia ecologista presso cui, a buon diritto, vantavano una militanza. Nonostante i desiderata espressi da Palazzo Zanca, la Soprintendenza è stata irremovibile: il sito di contrada Pace non si tocca. Punto e a capo, tutto da rifare.
Messina, Zullo, Cucè, Palano Quero, Morabito e Laganà si riservano inoltre il diritto d’interpellare il Prefetto, Stefano Trotta, invocandone i poteri sostitutivi, qualora permanesse questo clima omissivo d’inerzie da parte della Giunta. Ed è curioso che tutto ciò accada alla vigilia della fondazione di quella Multiservizi che Accorinti vuole costruire a tutti i costi. Un interrogativo appare fin troppo banale: non riusciamo a gestire l’ordinario con una società preposta alla raccolta di rifiuti e pensiamo davvero di ovviare le difficoltà con una mega-realtà chiamata ad occuparsi di molteplici dossier?