Spese pazze alla Regione Calabria: ai domiciliari l’assessore De Gaetano e altri consiglieri

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Regione Calabria: 27 indagati, 8 colpiti da ordinanze cautelari. Bufera sull’attuale Giunta Regionale guidata da Oliverio: è coinvolto anche l’assessore De Gaetano fortemente voluto dal governatore

C’è anche l’attuale assessore ai Lavori pubblici della Regione Calabria Nino De Gaetano tra i destinatari delle misure cautelari personali eseguite dalla Guardia di finanza, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria sui fondi dei Gruppi consiliari regionali degli anni 2010, 2011 e 2012. De Gaetano sarebbe ai domiciliari. De Gaetano era finito al centro di un caso quando l’ex ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta rifiutò di entrare nella giunta guidata da dal governatore Pd Mario Oliverio, proprio per la presenza dell’assessore oggi finito ai domiciliari, citato in un’informativa della Polizia di Stato nell’ambito di un’inchiesta su un presunto caso di voto di scambio alle regionali 2010, ma mai indagato. Nel rinunciare all’incarico Lanzetta spiegò: “Non ci sono le condizioni di chiarezza sulla posizione dell’assessore Nino De Gaetano“. In quell’occasione anche da Palazzo Chigi arrivò un messaggio analogo al presidente della Regione: fu l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio a sottolineare l’esigenza di avere in giunta “la certezza di profili senza ombre di dubbi“. Alla vigilia delle elezioni Regionali, De Gaetano era stato escluso dalle liste del Pd. Il governatore Oliverio aveva poi deciso di promuoverlo assessore esterno nonostante i mugugni del suo stesso partito.

L’operazione “Erga Omnes”

Complessivamente sono 27 gli indagati dell’operazione denominata “Erga Omnes”, nei cui confronti e’ stato emesso un provvedimento di sequestro che riguarda beni per un valore di 2,5 milioni di euro. I finanzieri stanno eseguendo tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, cinque divieti di dimora nei confronti di altrettanti ex consiglieri. Si tratta di tre ex capigruppo e cinque ex consiglieri regionali. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, e avrebbero consentito di individuare, spiegano gli inquirenti, “diverse discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei Gruppi Consiliari regionali degli anni 2010, 2011, 2012 e quanto documentato mediante le presentazioni del rendiconto annuale, celando il corretto impiego istituzionale per cui i fondi pubblici erano stati destinati”. In alcuni casi, spiegano le Fiamme Gialle, “e’ stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dall’ente regionale un doppio rimborso”.

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