La situazione acclarata dai militari ha evidenziato non solo un’ incongruità di tipo economico ma anche di tipo tecnico-agronomico
In effetti le fiamme gialle catanzaresi hanno appurato che:
– erano stati predisposti tutti i documenti per l’assunzione dei braccianti tramite i modelli di denuncia aziendale;
– i contratti per la raccolta del “frutto pendente”, per quanto formalmente esistenti, presentavano delle incongruenze con particolare riferimento ad alcune annualità non ricomprese nei contratti ma dichiarate;
– era stato denunciato falsamente all’INPS l’utilizzo di manodopera agricola complessivamente per nr. 118 operai corrispondenti a 19.378 giornate di lavoro.
La situazione acclarata dai militari ha evidenziato non solo un’ incongruità di tipo economico ma anche di tipo tecnico-agronomico. a tal proposito i finanzieri, nel corso dell’indagine, si sono avvalsi del sistema informativo agricolo nazionale (sian) che tramite delle “orto-foto” incrocia i dati delle foto aeree con i dati catastali fornendo informazioni sulle coltivazioni e sulla consistenza delle stesse. Tramite queste condotte, perpetrate dal 2009 al 2012, l’imprenditore agricolo raggirava l’ente previdenziale erogatore per circa 186 mila euro rendendosi pertanto responsabile dei reati di truffa e di omesso versamento di contributi previdenziali e assistenziali, per i quali veniva segnalato alla locale Procura della Repubblica consentendo, nel contempo, a ben 118 falsi braccianti di ottenere fraudolentemente indennità agricole a vario titolo (disoccupazione agricola, indennità di maternità, malattia, invalidità) per circa 518 mila euro. Pertanto, oltre all’imprenditore, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Catanzaro anche 46 dei falsi braccianti agricoli, avendo gli stessi superato le soglie previste dall’art. 316- ter c.p.. la restante parte dei lavoratori è stata invece colpita da sanzione amministrativa.
L’operazione di servizio in questione ha ulteriormente confermato il ruolo strategico del corpo della Guardia di Finanza, quale polizia economico-finanziaria a tutela del bilancio dello Stato, garantendo una corretta redistribuzione delle risorse pubbliche ed un azione di equità sociale. In effetti l’azione di servizio svolta ha consentito di recuperare i fondi fraudolentemente ottenuti dai falsi braccianti a vantaggio dei lavoratori aventi realmente diritto a tali forme di sostegno, ripristinando la situazione di equità sociale che ispira la particolare normativa di settore.