
Il Colonnello Massimo CETOLA, Comandante Provinciale dell’Arma, recatosi sul posto, alla vista dei due Appuntati crivellati di colpi, disse: “E’
I nuovi due martiri, nell’obitorio di Condera, ricevettero il commosso omaggio del loro Comandante. Il Generale Luigi FEDERICI, nella nottata, si recò a Reggio Calabria. Giusto il tempo di raccogliere le prime informazioni sulla vicenda, chiese di essere accompagnato alla sala mortuaria. Le sue parole: “Per l’Arma è un grande dolore. Porteremo a spalla altri due servitori silenti dello Stato e ci rimane il solo conforto di saperli caduti per un’Italia migliore, uccisi da qualcuno che vuole in ogni modo e con ogni mezzo impedire che l’Italia diventi migliore”.
Vincenzo GAROFALO, di Scicli, aveva scelto l’arruolamento nell’Arma con entusiasmo. Per dodici anni aveva servito il Paese, sempre in prima linea, con impegno e dedizione, fino all’agguato del 18 gennaio. Avrebbe compiuto trentaquattro anni il 10 aprile del 1994, Appuntato Scelto dei Carabinieri massacrato a colpi di mitra assieme al collega Nino. Troncò con la vita e con il lavoro per mano e per volontà altrui. Una cinica esecuzione. Padre di due bambini in tenera età, Guglielmo di tre anni e Andrea di tre mesi, era stato impiegato di servizio in Sardegna, a Roma, a Torino e, per ultimo, a Palmi. Con lui sempre la moglie, Patrizia SCANU, conosciuta in Sardegna.
Nino FAVA, trentasei anni di Taurianova, essere carabiniere era stata una scelta di vita. Il padre era pensionato, aveva lavorato nel presidio ospedaliero di Taurianova. La madre svolgeva l’attività d’infermiera professionale. Il giovane Carabiniere, sette anni prima, aveva sposato Antonietta ANILE, di San Procopio, con la quale aveva avuto due bambini, Ivana di sei anni e Valerio di tre. Una famiglia felice, unita da profondo amore. “Il gravissimo efferato episodio consumato contro i due innocenti militari dell’Arma dei carabinieri” – dichiarava il Senatore Emilio ARGIROFFI, Sindaco di Taurianova – “provoca dolore e vivissima indignazione in tutti i cittadini … L’Arma dei carabinieri è in prima linea nell’opera di difesa dei cittadini e questa strage non può non provocare un moto di amarezza e d’ira. E’ stato un atto di ferocia inaudita senza pari, forse superiore ad altri assassinii, nei quali l’identità dei sacrificati era precisamente scelta”.
I funerali, in forma solenne, furono celebrati nel Duomo di Reggio Calabria dall’Ordinario militare Monsignor Francesco MARRA. Il Governo fu rappresentato dal sottosegretario agli Interni, Senatore Antonino MURMURA. Cordoglio, dolore e rabbia, sentimenti che si accavallarono ed esplosero in un lungo applauso al passaggio delle due bare avvolte nel tricolore e portate a spalla dai compagni d’armi.
A essi intitolarono il Comando Scuola Allievi di Reggio Calabria. Furono decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione.
Appuntato Scelto Antonino FAVA:
“Capo equipaggio del nucleo radiomobile in area a elevata densità mafiosa, nel corso di predisposto servizio di controllo del territorio, intimava in movimento l’alt ad autovettura sospetta. Fatto segno a reiterata azione di fuoco da parte dei malviventi che non arrestavano la marcia, li affrontava con insigne coraggio e grande determinazione replicando con l’arma in dotazione finché, colpito in più parti del corpo, si accasciava esamine. Le successive indagini consentivano di arrestare gli autori, identificati in cinque pericolosi pregiudicati appartenenti ad agguerrita organizzazione criminosa, e di recuperare le armi e l’autovettura d’illecita provenienza utilizzate dai mafiosi. Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio.
Scilla (RC) Autostrada A/3 Sa/Rc 18/01/1994”.
Appuntato Scelto Vincenzo GAROFALO:
“Conduttore di autoradio del nucleo radiomobile in area ad elevata densità mafiosa, nel corso di predisposto servizio di controllo del territorio, intimava in movimento l’alt ad autovettura sospetta. Fatto segno a reiterata azione di fuoco da parte dei malviventi che non arrestavano la marcia, li affrontava con insigne coraggio e grande determinazione replicando con l’arma in dotazione finché, colpito in più parti del corpo, si accasciava esamine. Le successive indagini consentivano di arrestare gli autori, identificati in cinque pericolosi pregiudicati appartenenti ad agguerrita organizzazione criminosa, e di recuperare le armi e l’autovettura d’illecita provenienza utilizzate dai mafiosi. Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio. Scilla (RC), Autostrada A/3 Sa/Rc 18 gennaio 1994”.