
Da domani fino a mercoledì 4 dicembre, le celle dell’Inquisizione, le cui mura sono coperte dalla testimonianze dei prigionieri, saranno rischiarate dalle luci che ricordano la vittoria degli ebrei sull’esercito siriano nel 165 avanti Cristo, e precisamente l’episodio in cui gli uomini di Giuda Maccabeo, riconsacrando il tempio di Gerusalemme, trovarono un’ ampolla di olio puro, che poteva bruciare per 24 ore e che invece bruciò per otto giorni. L’iniziativa è dell’Istituto siciliano di studi ebraici in collaborazione con l’Università di Palermo.
”Abbiamo voluto accogliere quest’iniziativa – dice il rettore dell’Ateneo di Palermo, Roberto Lagalla – per ricordare gli ebrei siciliani che furono uccisi o costretti a fuggire e, con loro, tutte le vittime di una spaventosa macchina di malagiustizia, che stritolò migliaia di innocenti. Il carcere dell’Inquisizione, con le sue testimonianze arrivate a noi attraverso i secoli, è un monumento universale contro l’intolleranza”.
Da domani al 4, quindi, ogni giorno alle 17 (con l’eccezione di venerdì 29, quando la cerimonia avverrà alle 16.15, e di sabato 30, quando avverrà alle 17.45) la comunità ebraica palermitana ripeterà la cerimonia di accensione delle luci. Durante la settimana ci saranno due occasioni speciali. Giovedì prossimo alle 17 la cerimonia avverrà alla presenza del rabbino capo di Napoli Shalom Bahbout e del rettore e sarà accompagnata da musiche sefardite, mentre mercoledì 4 dicembre alle 16.30 allo Steri è in programma un incontro pubblico sugli ebrei in Sicilia.
