
Per il sociologo: “La spietata esecuzione messa in atto dal giovane assassino fa accapponare la pelle a chiunque abbia un minimo di coscienza, ma a nessuno è concesso veicolare auspici di morte e vendetta. Chi lo fa si assume la responsabilità di istigare alla violenza le menti più fragili, ma soprattutto chi lo consente – chiosa Marziale, riferendosi ai gestori di Facebook – si rende compartecipe di un linciaggio di massa dalle conseguenze imprevedibili. Basti pensare al recente provvedimento a carico di alcuni minorenni che, secondo la Procura della Repubblica di Novara, avrebbero indotto al suicidio la quattordicenne Carolina, divenuta oggetto di sberleffi sul social network più popolare”.
“E’ tempo che la scuola provveda all’istituzione organica dei corsi di media education allo scopo di permettere agli utenti un utilizzo consapevole, ma è altresì tempo che le istituzioni preposte comincino a valutare sistemi di controllo dei contenuti mediali. Non è più accettabile – conclude il presidente dell’Osservatorio – che la violenza dilaghi e ognuno deve assumersi la responsabilità di ciò che pensa, scrive e offre in pasto all’umanità”.
