Il provvedimento, emesso dalla Corte di appello di Palermo ha interessato anche diverse autovetture, imbarcazioni di lusso, il saldo attivo di numerosi conti correnti. La sala bingo “Las Vegas”, secondo le indagini della Dia coordinate dal Pm Gaetano Paci, era gestita dalla società omonima in un immobile di formale proprietà dei costruttori palermitani Pecora, indiziati mafiosi,ma in realtà riconducibile appunto al boss Nino Rotolo, 67 anni, personaggio di spicco di Cosa Nostra, assurto al vertice della organizzazione mafiosa operante nel capoluogo siciliano. La società era stata costituita tra i fratelli Casarubea (Francesco, Cristina, Olga e Manuela) che si sarebbero però avvalsi del contributo di esponenti di spicco delle famiglie mafiose palermitane, tra i quali Alessandro Mannino, 52 anni, Rosario Inzerillo, 69 anni, Filippo Pirano, 68 anni e Vincenzo Marcianò, 67 anni. Tutti e quattro sono stati condannati a sei anni di reclusione ciascuno per riciclaggio di denaro di provenienza illecita attraverso la sala bingo.
