di Danilo Marino – La commissione Territorio e Ambiente dell’Ars, presieduta da Fabio Mancuso, ha approvato all’unanimità il disegno di legge per il ritorno alla gestione pubblica delle risorse idriche nell’isola. Il testo, che dovrebbe approdare in Aula subito dopo l’approvazione della manovra economica, prevede la reintroduzione di sistemi di gestione pubblica dell’acqua attraverso i comuni, consorzi di comuni e aziende speciali, mentre altro aspetto centrale della riforma è la cancellazione degli attuali 9 Ato e la creazione di un’unica Agenzia, nella quale i componenti non riceveranno alcun gettone. Per quel che riguarda invece i contratti attualmente attivi con le società private, con il rafforzamento dell’articolo 49 del ddl, sarà possibile intervenire in tutti i casi di inadempienza. Dunque l’onda d’urto dei referendum di giugno scorso in favore della gestione pubblica dell’acqua ha prodotto i suoi primi effetti in Sicilia. Tra le novità del testo l’istituzione dell’Agenzia regionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acque che, tra l’altro, «ha il compito di provvedere alla programmazione di un uso sostenibile del territorio, alla ricognizione dei siti inquinati, all’uso energetico delle risorse idriche», spiega Mancuso, sottolineando che l’Agenzia «si occuperà anche del finanziamento del servizio idrico integrato con specifiche risorse regionali e mediante la riscossione delle tariffe, garantendo comunque il fabbisogno di acqua alle famiglie indigenti attraverso un fondo speciale. Essenziale ‘ prosegue il presidente della Commissione – il ruolo di Comuni e Province che partecipano obbligatoriamente all’Agenzia e ne assumono le deliberazioni senza ulteriori passaggi attuativi. L’assemblea dei sindaci, su base provinciale, avrà tra i propri compiti quelli di adozione del piano d’ambito e di organizzazione del servizio».