Messina, è caos urbanistico: le responsabilità dei costruttori

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A Messina in un periodo di fame c’e’ chi compra unità immobiliari al torrente Trapani senza nessuna precauzione e poi si toccano le corde dell’umanità collettiva per scoprire che della beffa ha fatto una regola.

Costoro comprano senza l’assistenza di un professionista. Se si fossero rivolti ad un legale o ad un ingegnere li avrebbe certamente avvertititi che il contratto d’appalto e’ stato da tempo esteso dalla giurisprudenza allargando notevolmente la responsabilità del venditore-costruttore con D.L. 122/2005. La disciplina di  responsabilità di detta figura si sintetizzano qui appresso.

L’art. 1669 c.c. regola la responsabilità dell’appaltatore nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, nell’ipotesi in cui l’opera, nel corso dei 10 anni dal suo compimento, per vizio del suolo o per difetto della costruzioni, rovini in tutto o in parte ovvero presenti evidenti pericoli di rovina o gravi difetti costruttivi, quando si tratta di edifici, destinati per loro natura a lunga durata.

La disposizione tende soprattutto a disciplinare le conseguenze dannose dei vizi costruttivi che incidono negativamente sugli elementi strutturali e funzionali dell’opera, influenzando la sua solidità, durata, sicurezza ed efficienza.

La norma quindi e’ diretta a tutelare l’acquirente di un immobile in caso di gravi difetti di costruzione, allo scopo di soddisfare esigenze di carattere globale e non speciale non legate strettamente all’edificio ma una sicurezza globale che va oltre per diventare sociale e territoriale inglobandone anche il contesto geologico e morfologico e anche di accessibilità.

Nell’attuale la giurisprudenza ha superato largamente quanto previsto dal Codice Civile riuscendo a formare un quadro sempre piu’ preciso del concetto di “Gravità dei difetti”; in realtà oggi per legittimare un’azione di garanzia da parte del proprietario nei confronti del costruttore e’ solo necessaria attenersi alla sentenza della Cassazione del 2005 la quale stabilisce che: In materia di appalto avente ad oggetto la costruzione ei edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata, l’indagine volta a stabilire se i difetti costruttivi ricadano nella disciplina dell’art. 1669 c.c., che comporta la responsabilità ex-tracontrattuale dell’appaltatore, ovvero in quella posta dagli artt. 1667 e 1668 c.c. in tema di garanzia per difformità e i vizi dell’opera, rientra nei compiti propri del giudice del merito.

A lui spetta il giudizio finale senza limitarsi strettamente alla verifica della sussistenza del pericolo di crollo ovvero della valutazione dell’incidenza dei medesimi sulle parti essenziali e strutturali dell’immobile, bensi accertare anche se, pur afferendo ad elementi secondari ad accessori, essi siano tali da incidere negativamente, pregiudicandoli in modo considerevole nel tempo, sulla funzionalità e sul godimento dell’immobile.

E’ ancora di piu’ nei casi di gravi difetti dell’edificio idonei a configurare una responsabilità del costruttore nei confronti del Committente e dei suoi aventi causa, a norma dell’art. 1669 c.c., vanno inquadrate, oltre alla ipotesi di rovina  o di evidente pericolo di rovina, anche le deficienze costruttive incidenti sulla funzionalità ed abitabilità dell’opera e comportanti una menomazione del godimento dei condomini con pericolo per la durata e la conservazione della costruzione.

In molti casi specifici le previsioni di cui all’art. 1669 c.c. si sostituisce a quelle dell’art. 1667 con le naturali conseguenze che completano ed estendono quanto rpevisto dal primo articolo.

C’e’ di piu’, una sentenza della Corte di Cassazione del 2006 stabilisce che “nell’ipotesi in cui l’immobile presenti gravi difetti di costruzione che, incidendo profondamente sugli elementi essenziali, influiscano sulla solidità e la durata dello stesso, la norma di cui all’art. 1669 c.c., sebbene dettata in materia di appalto, configura una responsabilità extracontrattuale che puo’  portare alla nullità del contratto.

Queste riflessioni tecnico-legali portano a desumere in modo certo che chi  commette illeciti edilizi non puo’ uscire indenne nei rapporti con al società in genere e con l’acquirente in particolare.

L’Ufficio del Genio Civile preposto alla tutela della sicurezza della collettività deve pertanto tenere conto di questo evolversi della normativa per garantire i cittadini nel diritto sacra santo della incolumità sociale che si sostituisce alla incolumità intesa in senso restrittivo che oggi non ha piu’ ragione d’essere.

Nella nostra isola a Statuto Speciale l’urbanistica sicura e non sicura e’ un utopia, un desiderio, una speranza una meta da raggiungere, una proiezione verso l’infinito impalpabile del nulla; il territorio e’ il grande sconosciuto, siamo in un vortice nero che ci avvinghia e si attorciglia in un  mare azzurro  intrecciando il mal costume, all’ignoranza e perche’ no alla mala fede e alla improfessionalità.

Ora si parla di sanare i fabbricati costruiti a ridosso delle nostre battigie, spesso si e’ intercluso a noi isolani anche l’unico vero diritto di un’isola: l’accesso e il godimento del mare, sola e unica nostra risorsa.

I litorali sono fuori da ogni minimo progetto di assesto idro-geologico per fare si che il primo approfittatore edilizio lo turbi e lo trasformi in sacco sociale a vantaggio delle proprie tasche e suoi compari, creando cosi’ un complesso edificatorio  che verrà inesorabilmente attratto dal quel mare sottostante, scivolando nel baratro. In fondo scivolare e’ bello!

In Emilia-Romagna si richiamano i turismo d’oltralpe, ballando, ballando e ancora ballando, noi balliamo naturalmente ma ci aggiungiamo il liscio che ci aiuta a slittare sempre di piu’ in calce ad ogni classifica, mi auguro che non facciano la lista  dell’ignoranza e della insicurezza perche’ li saremmo purtroppo fuori elenco..

Le mafie, purtroppo gondolano dove non ci sono regole, le regole e le leggi vanno vanificate poi in ogni caso loro chiedono che le regole e le leggi siano vanificate, poi ci sono ministri della nostra repubblica che in periodo pre-elettorale le anno pubblicamente bruciate e noi bruciamo e moriamo di ceneri, di spazzatura e di valanghe.

Avere compagni di sventura e’ sempre confortevole e noi ci confortiamo da soli, senza guardare e senza sentire, inoltre, siamo fortemente convinti che i morti portano economia e sotto sotto ci speriamo come ultima spiaggia, quella tipica del nostro  malanova e manciannu  patate bugliuti.

Per anni ci hanno venduto il miraggio di un ponte sospeso, ora ci diano almeno i risultati delle indagini geologiche in restituzione delle violazioni e dei buchi che ci hanno inflitto nella città e nella costa.

Si vive e si progetta solo con elementi certi che sono stati pagati dalla collettività.

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