Venerdì Santo a Messina: la città partecipa alla suggestiva sfilata delle Barette [FOTO e VIDEO]

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Venerdì Santo a Messina, si rinnova l’attaccamento della città alla suggestiva processione delle Barette

Come ogni anno, la comunità di Messina si è stretta attorno alla grande manifestazione religiosa delle Barette. Ogni Venerdì Santo  le vie della città  si popolano durante il meraviglioso corteo della processione, regolata dal comitato di undici battitori composto dai rappresentanti delle famiglie che hanno il preciso compito di curare una Baretta e guidare i portatori durante il corteo processionale. La processione infatti si compone di undici gruppi statuari raffiguranti gli episodi della Passione di Cristo.

La suggestiva manifestazione religiosa risale al lontano 1610, quando l’Arciconfraternita di Nostra Signora del SS. Rosario, deliberò di promuovere la realizzazione di una processione che, proprio in occasione della Settimana Santa, rievocasse  la Passione di Gesù Cristo. Per la processione vennero scelte tre “barette”, ovvero un simulacro della bara con il Cristo morto da portare in spalla insieme ad altre due. Il termine barette, o comunemente detto “varette” risale infatti a questo corteo religioso durante il quale venivano portati a spalla una statua dell’Addolorata, il simulacro in cristallo raffigurante la bara di Cristo e una grande croce seguita da cinque bare rappresentanti i misteri dolorosi, tra cui la  bara della Santa Spina portata a spalla dai padri Domenicani.

A differenza del tradizionale appuntamento del venerdì al quale ormai tutti siamo abituati, la processione seicentesca aveva luogo la notte del Giovedì Santo. Sin dalla sua prima apparizione in città i messinesi accolsero la manifestazione come la più importante processione religiosa pasquale a Messina.

Ben presto la devozione dei cittadini messinesi contribuì a far crescere il numero di bare da aggiungere al corteo. Artigiani, associazioni e fedeli donarono nelle varie epoche altri gruppi statuari, tutti in prevalenza composti di cartapesta, gesso e legno. Alle ventuno di ogni anno, i messinesi si davano appuntamento per percorrere un tragitto di penitenza e preghiera tra le vie della città. Il devastante terremoto del 1783 impose la sospensione della processione fino al 1793. Qualche anno dopo, si decise  di  spostare l’appuntamento nel pomeriggio del Venerdì Santo e nel 1801 la processione si arricchì di nuove raffigurazioni, tra cui l’Ultima Cena e la Caduta.
La Processione aveva inizio con  un gruppo di tamburini che si muoveva dal Convento di S. Domenico, seguiva un grande stendardo nero, sostenuto e circondato dai confrati, appartenenti alla nobiltà cittadina, che in segno di penitenza camminavano a piedi nudi e incappucciati. Nel gruppo di devoti figuravano anche  le Verginelle, che fiancheggiavano la statua dell’Addolorata. Il corteo  notturno procedeva alla luce di torce, accompagnato dal lugubre rullio dei tamburi.

Il terribile terremoto  del 1908 danneggiò alcuni dei gruppi statuari e comportò l’inevitabile sospensione della processione fino al 1923. Tuttavia, anche con il secondo conflitto mondiale, si ebbe un’ulteriore interruzione della processione. Venerdì 30 marzo 1945, alle ore 15.30, la Processione tanto cara ai messinesi ritornò  per le strade della città. L’itinerario era quello fra le vie S.Giovanni Bosco, Tommaso Cannizzaro, Porta Imperiale, via Nino Bixio, Viale S.Martino, via Garibaldi, I settembre, piazza Duomo, corso Cavour e  via dei Verdi. Solo dal venerdì 26 marzo 1948,  il corteo percorse via Garibaldi, via I Settembre, Piazza Duomo, Corso Cavour, Porta Imperiale, via S.Cecilia, viale S.Martino e per via Garibaldi ritorno alla chiesa.

Negli anni cinquanta le barette vennero collocate nell’attuale sede del Nuovo Oratorio della Pace, da dove ogni anno prende avvio la processione. Oggi una delle fasi più suggestive della manifestazione religiosa è la “salita di corsa“, ovvero la fase conclusiva. I portatori prima di affrontare questa fase molto delicata della processione, si raccolgono in semicerchio per ricevere la benedizione dell’Arcivescovo per poi affrontare in un’unica tirata la salita per ricondurre le preziose sculture nella chiesa del Nuovo Oratorio della Pace.

Di seguito gli undici gruppi statuari che compongono la processione:

Ultima Cena (primi decenni del Novecento, in sostituzione di quella distrutta nel 1908)

Gesù nell’Orto degli Ulivi (1956, portata da trenta uomini)

La Flagellazione (conosciuta come “La Colonna”, secolo XVII-XVIII)

Ecce Homo (secolo XVII-XVIII)

Veronica (1956)

Caduta (fine secolo XIX)

Cireneo (1958)

Crocifissione (secolo XX)

Addolorata (secolo XX)

Deposizione (secolo XX)

Cristo Morto (secolo XX).

La processione della Barette nel Venerdi Santo a Messina: la sfilata della settima raffigurazione della Passione [VIDEO]

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