Reggio, Crea: “forti criticità presso l’isola ecologica di Lazzaro” [FOTO]

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Scarico Vallone (5)“Alle già note gravissime criticità ambientali, perduranti da oltre un decennio in località Sant’Ilario/Comunia di Lazzaro e puntualmente segnalate alle Istituzioni competenti dalla scrivente associazione, si aggiunge una ulteriore preoccupante situazione igienico sanitaria di significativa rilevanza prodotta dai rifiuti che svolazzano dall’isola ecologica, spesso insieme ai teloni dei cassoni metallici contenenti i rifiuti e si depositano davanti alle abitazioni, sugli alberi e nei giardini (buste di plastica, sacchetti di plastica chiusi contenenti rifiuti, vaschette di plastica e di polistirolo, bottiglie di plastica ecc). Se è impressionante la quantità dei rifiuti che trasportati dal vento si depositano sul suolo, ancor più impressionante è vedere gli stessi svolazzare nell’aria come stormi di uccelli di vario colore. Gli abitanti del posto non ne possono più. Numerose sono state le segnalazioni inoltrate all’Amministrazione comunale e agli addetti al servizio di raccolta dei rifiuti. E’ necessario innalzare e coprire la recinzione metallica della struttura, alta soltanto qualche metro e rivedere l’idoneità del sistema di gestione delle acque meteoriche e di quelle provenienti dalle zone di raccolta dei rifiuti, in quanto lo smaltimento non avverrebbe nel pieno rispetto dell’ambiente. Invero le acque di piattaforma confluiscono in un pozzetto coperto da griglia metallica posto all’esterno nell’angolo lato mare della struttura e tramite una tubazione interrata scaricano nel sottostante vallone, contribuendo a creare erosione al già malandato terreno. Scarico che non è permesso dalla vigente normativa anche perché le acque che si raccolgono nel pozzetto sono di colore marrone scuro”, scrive in una nota Vincenzo Crea, referente unico dell’Ancadic Onlus.

“Per quanto precede si rinnova la richiesta già Scarico Vallone (2)avanzata di effettuare gli accertamenti per verificare se l’isola ecologica è situata in località sicura, in quanto come già segnalato la zona e la strada comunale presentano preesistente dissesto idrogeologico. E’ necessario – prosegue– verificare l’avvenuto collaudo statico della struttura e il rilascio del certificato di agibilità. Si sottolinea che ai piedi del costone alto oltre 20 metri sul quale è situata la strada comunale è stata effettuata qualche anno addietro attività estrattiva da parte di una ditta privata che sicuramente avrebbe creato un indebolimento del pendio e le sollecitazioni dei mezzi pesanti che transitano nella sovrastante strada potrebbero provocare l’intero crollo. Ai piedi del costone e per un lungo tratto si registrano frequenti smottamenti di materiale sabbioso. Per quanto riguarda la pericolosità della strada comunale in questione, su attivazione di questa associazione è intervenuto brillantemente lo scorso mese di novembre il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ha interessato gli Organi competenti indicando anche la procedura da seguire per richiedere il finanziamento. Nulla ancora si sa. A mio avviso –aggiunge– nel caso in specie non ci troviamo di fronte a uno stato di calamità naturale, bensì a scelte non felici per realizzare opere che non potevano nascere in luoghi che già, come risulta dalle segnalazioni, versavano in stato di dissesto idrogeologico e le Istituzioni competenti avrebbero dovuto esperire con immediatezza i dovuti accertamenti. Se dovesse franare la strada tragiche sarebbero le conseguenze visto che la stessa è frequentata da mezzi degli abitanti del luogo e mezzi pesanti della raccolta dei rifiuti e quelli che si recano al vicino impianto di compostaggio. Non c’è da scherzare su queste problematiche, perciò invito tutti gli Enti competenti e quelli che sovrintendono quest’ultimi ad intervenire con urgenza. E’ compito dello Stato tutelare la salute e la vita dei cittadini, perciò non perdiamo altro tempo, che se n’è perso già abbastanza”, conclude.

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