Reggio Calabria, l’Aspromonte: natura e spiritualità di una montagna al centro del Mediterraneo

  • Il Cavaliere di Gran Croce Avvocato Aldo Porceli ringrazia il Prof. Giuseppe Bombino
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“Il tamburo nel cuore, la puzza delle pecore sulla giacca”

Il Cavaliere di Gran Croce Avvocato Aldo Porceli ringrazia il Prof. Giuseppe Bombino
Il Cavaliere di Gran Croce Avvocato Aldo Porceli ringrazia il Prof. Giuseppe Bombino

Sin da piccolo con il rosario in mano calca i sentieri di quel sistema montuoso misterioso e fantastico, ammaliante, duro e delicato, deciso e incerto, brusco e quantomai accogliente, che risponde al nome di Aspromonte. Sistema, perché di fatto non c’è un monte che svetta al di sopra in maniera decisa, ma è costituito da un insieme di monti che si svolgono come le pagine di un libro, che racchiudono una storia eccezionale. Perché l’Aspromonte è eccezionale sin dalle origini ,quando emerge, orizzontalmente e verticalmente, propaggine del sistema alpino, dal mare oceanico, che lo custodiva . Eccezionale perché conserva, tutela e rigenera in un ambiente abitativo naturalmente prezioso, elementi di flora e fauna risalenti ad epoche ormai scomparse come la felce contemporanea dei dinosauri e lo scoiattolo nero. E il legno, il famoso faggio che vegeta nei suoi boschi aldilà di ogni spiegazione scientifica attuale. Una montagna, l’Aspromonte , al culto mariano per vocazione originaria che porta scolpita nella roccia la M, perché la montagna, e in particolare “questa” montagna  è donna nel cui utero i monaci bizantini hanno allocato il santuario ad ella dedicato, Polsi, grembo tra le acque del torrente legate alle fasi della luna, le cui immagini sono richiamate nella famosa croce di ferro custodita nel santuario , la cui storia mista a leggenda affascina generazioni e generazioni sempre nel culto della Madonna mutuata dalla pagana dea Demetra.  L’ acqua, altro elemento caratteristico, che, limpida e cristallina sgorga e zampilla tra valli e rocce, da Pietra Cappa a Pentedattilo, il borgo divenuto centro artistico culturale di risonanza internazionale. L’acqua, che, spontaneamente, seguendo i movimenti naturali delle montagne si raccoglie e si disperde come il lago Costantino, che ora appare nella sua eloquente bellezza per poi scomparire, lasciando i suoi fondali asciutti e rigogliosi in cicli ripetitivi, quasi a voler sfuggire alla monotonia di un paesaggio sempre uguale. Montagna da raccontare, da vivere, da rispettare; e nello snodo del racconto è sempre testimone ineguagliabile Corrado Alvaro, vate   dell’unicità di questi luoghi che, figlio della cultura greca di cui era intriso, è sempre più che mai attuale, in un eterno presente che non conosce tempo, ma solo spazio, lo spazio dell’infinita immensità in cui il sistema montuoso si erge maestoso e vigile a protezione delle sue valli e dei suoi abitanti. Cresciuto abbeverandosi alle fonti di acqua  chiara e alla cultura contadina  selvaggiamente pura e ancestrale dei pastori , il tamburo dei quali batte sempre nel suo cuore mentre la puzza delle capre irrora la giacca dell’abito ora formale per i riti istituzionali, il  Prof. Giuseppe Bombino, Docente e Ricercatore, Presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte e  Coordinatore di Federparchi Calabria e anche Membro dell’Osservatorio Unesco, incanta i Cavalieri del Santo Sepolcro, in una riunione per l’occasione aperta anche ai non affiliati nella sede storica di Via Aschenez, Sabato  4 marzo con una dissertazione su “L’Aspromonte : natura e spiritualità di una montagna al centro del Mediterraneo “.

Centro, il Mare Nostrum, dal quale molte risorse, uniche e specifiche, si diffondono nell’altrove italiano ed europeo, delle quali altri Paesi e soprattutto la Germania della Signora Merkel dovrebbe tenere conto. Centro del Mediterraneo, dunque, l’Aspromonte, che dovrebbe costituire il fulcro, il nucleo, il volano della neonata Città Metropolitana, nei cui programmi e nelle cui progettualità, purtroppo, la nostra montagna entra solo in maniera marginale. I cavalieri e tutti i presenti ascoltano e partecipano con grande interesse rimanendo comunque desiderosi di altri racconti sulla storia di questi luoghi dell’anima per conoscere meglio la profondità dei suoi anfratti e dei suoi sconfinati siti. Grazie Prof. Bombino, alla prossima.

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