Reggio Calabria: finalmente una piazza per il piccolo Gianluca Canonico, ucciso a soli 10 anni per un “tragico errore” [FOTO e VIDEO]

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Oggi l’intitolazione di una piazza a Reggio Calabria, al piccolo Gianluca Canonico

piazza-canonica-22Gianluca oggi sarebbe stato un uomo di 40 anni, invece nel 1985, all’età di soli 10 anni, venne ucciso per errore durante una sparatoria tra teppisti. La Fondazione Scopelliti ha desiderato donare alla città di Reggio Calabria e alla famiglia Canonico una stele in memoria di Gianluca.

Per ricordare quel giorno drammatico, riportiamo integralmente l’articolo di Pantaleone Sergi su Repubblica il 5 Luglio 1985:

Sparatoria tra teppisti, un bambino in fin di vita

terribile morire così, a dieci anni”: il professor Giuseppe Caminiti, primario del Centro di Rianimazione degli Ospedali Riuniti di Reggio, ne ha viste tante di morti atroci ma stavolta non riesce proprio a nascondere l’ amarezza per l’ impossibilità di qualsiasi intervento. Gianluca Canonico è stato raggiunto da un proiettile di pistola alla testa, in uno scontro tra teppisti. Erano le 21 di mercoledì e stava giocando davanti casa, in via Fratelli Spagnuolo al rione Pescatori, quando è stato colpito. Poco distante c’ erano le luci e i rumori della festa del Cuore di Gesù che coinvolse due rioni, il Ferrovieri e il Pescatori. La corsa in ospedale è stata inutile; l’ equipe di neurochirurgia del professor Romeo del Vivo neppure ha tentato un intervento. La pallottola gli ha spappolato il cervello e ora il piccolo Gianluca (“Un bel bambino, un morettino”, dice una infermiera) è vivo solo per la legge. “Il suo elettroencefalogramma è piatto”, spiega il professor Caminiti, “c’ è ancora l’ attività cardiaca, il bambino è collegato a un respiratore automatico”. La tragedia di Gianluca, figlio unico di un agente di polizia in servizio alla squadra volante della questura, si è compiuta in pochi attimi per colpa di una banda di teppisti e del clima di violenza che sembra essersi impadronito della città. I fatti sono questi. Quattro giovani, Giovanni Laganà, Gaetano Germoleo e i fratelli Alfredo e Sebastiano Vinci, i primi tre di vent’ anni e l’ ultimo di 17, con le loro motorette stavano andando all’ altro capo della città, al Parco Caserta, per assistere a un torneo di calcetto. Non si sa per quale motivo (secondo la squadra mobile pare per un sorpasso azzardato) si sono scontrati con un’ auto con tre giovani a bordo. nata una discussione e si è passati alle vie di fatto. Giovanni Laganà è stato bastonato e solo l’ intervento dei suoi amici ha messo in fuga i rivali. Il gruppetto è tornato poi a casa dai Vinci per medicarsi, ma appena sono riusciti sono stati affrontati da due dei tre giovani con cui prima avevano litigato i quali si sono presentati a bordo di una moto. Uno di questi ultimi ha sparato diversi colpi di pistola. Nessuno ha raggiunto l’ obiettivo voluto, ma un proiettile ha colpito invece il piccolo Gianluca, che era un poco distante, il quale, data la serata di festa, aveva ottenuto dai propri genitori di poter giocare con i propri amichetti fino a tardi fuori di casa: i soccorritori si sono accorti subito che c’ era poco o nulla da fare. I medici in ospedale disperatamente hanno attaccato al piccolo un respiratore automatico, poi hanno dovuto arrendersi. Gianluca non aveva più attività cerebrale. Quindi il tragico annuncio ai genitori che attendevano straziati. “Il bambino è clinicamente morto”. La squadra mobile guidata dal dottor Alfonso D’ Alfonso, in breve ha chiarito la terribile vicenda e sa già da chi era composto il commando dei killer. Ora una folla di parenti ed amici sta vicino ai genitori di Gianluca i quali sperano in un miracolo che la medicina, che parla di coma irreversibile, ritiene impossibile. Hanno avuto la solidarietà della gente e il comitato organizzatore festa del Cuore di Gesù, in segno di cordoglio della comunità, ha sospeso il programma di spettacoli e giochi previsti. Si faranno solo le cerimonie religiose. Ma per Gianluca niente può essere più fatto.

Stamattina all’intitolazione della piazza ha partecipato anche l’Onorevole Rosanna Scopelliti e il padre del piccolo Gianluca, Pietro Canonico. Gianluca, nato ad Anzio il 2 dicembre 1974, aveva appena finito le scuole elementari. Da poco aveva ricevuto la Prima Comunione ed avrebbe dovuto iniziare la scuola media. I suoi divertimenti erano quelli di tutti i bimbi, amava il calcio, gli piacevano i robot e sfrecciava con la sua bicicletta, la BMX. Viveva ad Ardea, città della provincia romana, e la sua casa era vicinissima all’aeroporto militare dell’Aeronautica.

Oggi Reggio Calabria lo ricorda con l’intitolazione della piazza lato monte di via Aspromonte, in pieno centro, dove sorge una nuova stele donata proprio dalla Fondazione Scopelliti, impegnata attivamente da tempo su tutto il territorio italiano nel contrasto alla criminalità.

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