Messina: carabinieri in piazza contro la violenza sulle donne

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Nel corso degli anni l’Arma dei Carabinieri, recependo in primo luogo le istanze sociali sempre più attente alle vittime e alla centralità della loro tutela anticipata, ha adottato un insieme di misure organizzative, formative e operative nello specifico settore

foto3 escussione violenza sulle donneDomani 25 novembre in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in cinque città di Italia, tra cui Messina, i Carabinieri del Comando Interregionale “Culqualber” allestiranno dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00 in Piazza Cairoli uno stand informativo sulle iniziative dell’Arma dei Carabinieri  contro la violenza sulle donne. L’attività informativa di domani ha lo scopo di avvicinare i Carabinieri alla gente e divulgare elementi informativi per fare comprendere quanto oggi si sia in grado di fare in aiuto alle vittime. Il quadro normativo ha fornito nel tempo nuovi strumenti, dapprima con l’introduzione  della fattispecie delittuosa degli “atti persecutori” prevista dall’art 612 bis c.p. e con le modifiche al codice di procedura penale, tra le quali la possibilità per la polizia giudiziaria di avvalersi di un esperto in psicologia allorquando debba raccogliere dichiarazioni da una vittima in condizione di particolare vulnerabilità oltre alla previsione di specifiche misure cautelari per i delitti di maltrattamenti e atti persecutori, quali quella dell’“allontanamento d’urgenza dalla casa familiare” e l’obbligo per la polizia giudiziaria di fornire alle vittime indicazioni sui centri antiviolenza presenti sul territorio. Nel corso degli anni l’Arma dei Carabinieri, recependo in primo luogo le istanze sociali sempre più attente alle vittime e alla centralità della loro tutela anticipata, ha adottato un insieme di misure organizzative, formative e operative nello specifico settore. In particolare, sono stati avviati protocolli di Intesa tra il Ministero della Difesa e il Ministero per le Pari Opportunità con una discendente Convenzione di attuazione tra il Dipartimento per le Pari Opportunità e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri che ha portato all’istituzione della Sezione “Atti Persecutori” inquadrata all’interno del Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche, con l’obiettivo di sviluppare studi e ricerche di settore, rivolti all’approfondimento delle dinamiche sottostanti alle violenze in danno di vittime vulnerabili anche attraverso collaborazioni con la comunità scientifica. L’Arma dei Carabinieri partecipa attivamente con propri rappresentanti agli organismi di cooperazione interistituzionale, quale rappresentante del Ministero della Difesa, che in passato hanno portato all’elaborazione dell’ultimo “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”. Le collaborazioni non sono avvenute solo al livello centrale ma, nel corso degli anni, l’Istituzione ha promosso e aderito, in molte Province, a Protocolli d’intesa che hanno coinvolto le Prefetture, le Procure della Repubblica, le Forze dell’Ordine, le strutture sanitarie e sociali nonché il mondo dell’associazionismo. A dimostrazione dell’attenzione rivolta al momento del primo contatto con la vittima sono state intraprese una serie di iniziative organizzative tese a creare all’interno dei Comandi Arma sale per le “audizioni protette”, realizzate con arredamenti e dotazioni tecnologiche tali da renderle idonee a garantire una accoglienza adeguata in un momento cosi cruciale come quello della querela. La formazione degli operatori è un altro degli aspetti sui quali l’Arma dei Carabinieri ha rivolto particolare attenzione, in particolare proprio per la tematica così delicate come  la violenza contro le donne e si focalizza principalmente sulla volontà di fornire al personale che opera nell’ambito investigativo, la capacità di coniugare le esigenze delle indagini con la necessità di adottare un approccio e metodologie mirate, in grado di ridurre al minimo la cosiddetta “vittimizzazione secondaria” ovvero il complesso di conseguenze negative sotto il profilo psicologico e relazionale derivanti dal contatto della vittima con le Istituzioni, tra le quali le Forze dell’Ordine ed il sistema giudiziario. La scelta di denunciare è un momento molto critico, doloroso in particolare per quelle forme di violenza che avvengono all’interno delle mura domestiche, alla presenza dei figli, in un contesto che da ideale luogo di protezione diventa invece fonte di sofferenze indicibili, pertanto la capacità degli operatori di polizia di relazionarsi in maniera positiva nel momento del primo contatto con la vittima. Presso i Nuclei Investigativi di Comando Provinciale è presente un’apposita task-force di carabinieri, ovvero personale specializzato che svolge corsi di formazione in materia di “violenza di genere”. Tali figure, vanno ad alimentare una “Rete nazionale di monitoraggio” attiva dal 2014, costituita da un insieme di referenti presenti in ambito nazionale che hanno il compito di diffondere sul territorio buone prassi, intessendo rapporti al livello locale con le strutture attive a protezione delle vittime. In città ed in provincia, l’Arma opera unitamente ad un apposito pool di Magistrati della Procura della Repubblica di Messina, che ha coordinato una importante azione di sensibilizzazione di tutti gli attori, a vario titolo, impegnati nella rete “interistituzionale” di intervento e assistenza in favore delle vittime vulnerabili, ed in particolare, attraverso la capillare presenza sul territorio, dell’Arma dei Carabinieri del capoluogo peloritano, avviando numerose iniziative volte ad accrescere la fiducia delle donne vittime di violenza, affinché non abbiano più paura a denunciare. In tale quadro, sono state promosse attività di formazione finalizzate ad sviluppare, nei Carabinieri che operano sul territorio, le capacità di identificazione della “violenza di genere” e di valutazione degli elementi di rischio e di pericolo nei singoli interventi per “lite domestica”.  Non è inusuale che una donna si presenti in una Stazione dei Carabinieri apparentemente solo per sfogarsi e raccontare fatti che potrebbero essere inquadrati in un “normale conflitto di coppia”;  nascondendo in realtà, una situazione ben più grave caratterizzata da umiliazioni, soprusi di ogni genere e violenze fisiche e psicologiche. Lo scopo della continua opera di formazione è proprio quello di addestrare i militari a riconoscere queste silenziose richieste d’aiuto anche grazie ad una attenta valutazione dei cosiddetti “reati sentinella”, in modo da poter applicare le giuste procedure nel minor tempo possibile a vantaggio della vittima,  garantendole la massima tutela ed una risposta più immediata e risolutiva possibile. Nella consapevolezza che la violenza contro le donne è un problema sociale che ha profonde radici culturali, l’impegno che l’Arma dei Carabinieri si assume è rivolto anche al futuro ovvero alle nuove generazioni, ai bambini di oggi che potranno cambiare il modo di vivere le relazioni tra i sessi in maniera equilibrata, paritetica attraverso cicli di conferenze nelle scuole di ogni ordine e grado integrando i temi della cultura della legalità con approfondimenti sulla tematica della violenza contro le donne.

 

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