Intervista a Giovanni Maiolo, del gruppo coordinamento nazionale di Recosol: “Dalla Calabria nascerà la Rete Europea dei Comuni Solidali”

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Giovanni Maiolo, uno dei cinque componenti del gruppo di coordinamento nazionale della Rete dei Comuni Solidali, di ritorno dal meeting croato di Erdut del progetto “Solida”

giovanni maioloIntervista a Giovanni Maiolo, uno dei cinque componenti del gruppo di coordinamento nazionale della Rete dei Comuni Solidali, di ritorno dal meeting croato di Erdut del progetto “Solida”.

L’obiettivo del vostro lavoro in Croazia è stato la costruzione di una rete europea sul modello della Rete dei Comuni Solidali. Perché?

Il valore aggiunto della rete è sicuramente quello della condivisione di buone pratiche. In questi anni sono state molteplici le buone esperienze che Re.co.sol. ha promosso, a partire da quelle relative all’accoglienza dei migranti a quelle per il recupero dei centri storici, da quelle per il risparmio energetico fino a quelle per una cosa semplice ed intuitiva (che in Germania è stata sancita moltissimi anni fa da una legge che porta il nome della Merkel ma che in Italia è considerata rivoluzionaria) dei piani regolatori a crescita zero, per smetterla di sottrare terre all’agricoltura saturandole di cemento e puntando piuttosto al recupero dei fabbricati già esistenti e non utilizzati, come è stato fatto a Cassinetta di Lugagnano, un piccolo paese in provincia di Milano. La condivisione di buone pratiche, che sembrerebbe cosa banale, non è affatto così scontata, perché le buone esperienze dei piccoli comuni quasi mai arrivano all’attenzione dei media mainstream. Personalmente, attraverso Recosol, ho conosciuto un’altra Italia, l’Italia che dal basso e con fatica e passione trova soluzioni. La mia generazione è decisamente europea e ormai bisogna pensare a livello continentale, quindi credo che sarebbe utile realizzare una Re.co.sol. europea.

Oggi l’Europa non gode del pieno sostegno di tutti i cittadini. Cos’è per te l’Europa?

Sono convinto che l’Europa non è solo Fortezza che chiude i propri confini ai migranti, non è solo imposizione di regole finanziarie atroci alla Grecia, non è solo Banca Centrale Europa, mercati e burocrazia. Sono sicuro, e lo so perché la mia è la prima generazione a sentirsi e ad essere veramente europea e l’Europa l’ho girata in lungo e in largo, che dal basso nascono ovunque esperienze interessanti, spesso promosse proprio dai comuni, che restano dovunque il principale baluardo della democrazia, l’istituzione più vicina ai cittadini, quella con cui si possono interfacciare direttamente. Il progetto Solida ha l’ambizione di costruire la prima Rete dei Comuni Solidali Europea. In che modo, in che forma e per condividere quali buone pratiche lo decideremo insieme ai partner in questo percorso partito da Gioiosa Ionica, che ci ha portato in Croazia e che ci porterà ancora a Malta, in Slovenia, in Portogallo, in Spagna e in Grecia. E questo solo per cominciare, mi piacerebbe riuscire a coinvolgere tutti gli stati dell’UE. Quello che vorrei, e quello su cui ho chiesto aiuto a tutti i partner del progetto Solida, è di riuscire ad avviare la Rete dei Comuni Solidali europea per fare emergere l’Europa migliore, per permettere ai comuni di fare rete, perchè l’Unione europea della finanza sta fallendo e provoca reazioni di rigetto da parte delle popolazioni. Noi europei abbiamo il compito di costruire l’Europa vera, quella dei popoli, dei comuni, delle soluzioni sostenibili da un punto di vista sociale ed ambientale ai problemi che affliggono il continente. Avremo l’Europa quando avremo un comune sentimento europeo. E questo non lo costruisce la Bce di Mario Draghi né lo possono costruire a tavolino le direttive della Commissione Europea, non lo costruiscono i populisti che vogliono tornare al nazionalismo e non lo costruisce Frontex.  Lo possiamo costruire solamente dal basso, per questo ritengo decisivo il ruolo delle municipalità. Io ho un sogno, quello di un’Europa in cui i diritti degli esseri umani vengano prima dei diritti del commercio. Sono sicuro che proveremo a fare la nostra parte.

In tutto questo che ruolo gioca la Calabria?

Un ruolo decisivo, fondamentale. Gioiosa Ionica è il comune capofila del progetto Solida, si è posto alla guida di questa avventura internazionale. A Gioiosa abbiamo dato l’avvio ai nostri lavori e dopo avere girato tutta l’Europa sarà a Gioiosa, entro fine 2018, che ci ritroveremo per concluderli con la costituzione ufficiale della Rete Europea dei Comuni Solidali. Per una volta la Calabria è finalmente protagonista. Sono già molti i comuni calabresi aderenti a Re.co.sol., mi auguro che in molti aderiranno anche alla nuova rete che stiamo costruendo.

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