Delitto Palagonia, grande folla ai funerali. Il Vescovo: “nessuno è innocente” [FOTO]

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Tantissima gente in Sicilia si stringe intorno alla famiglia Solano-Ibanez dopo il duplice omicidio di due giorni fa a Palagonia

LaPresse/Andrea Di Grazia
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Solo Dio puo’ cambiare i nostri registri e fare si’ che quello che per noi e’ disastro, possa aprirsi a speranza e fiducia. E possa essere una lezione di vita perche’ fatti di questo tipo non si ripetano piu’. A chi si chiede chi risponde di quanto e’ successo, dobbiamo dire che ci sono alcune grosse e altre pesanti responsabilita’, ma nessuno qui ne’ altrove puo’ dire io non c’entro del tutto, io sono innocente“. Lo ha detto monsignor Calogero Peri, arcivescovo di Caltagirone, nell’affollata e commossa chiesa di San Giuseppe a Palagonia, nella sua omelia durante i funerali di Vincenzo Solano, 68 anni e di Mercedes Ibanez, 70 anni, uccisi nella loro villa.

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Quando il male e’ inarrestabile – ha aggiunto – e’ perche’ tutti sonnecchiano. Non siamo stati vigili, attenti, non lo siamo stati abbastanza. Dobbiamo sapere che il male e il bene non stanno da una parte o dall’altra, qualunque sia la razza o il colore della pelle. Non ci dobbiamo sentire a posto se troviamo i colpevoli, dobbiamo trovare dentro di noi il colpevole che si annida. Dobbiamo fare questo tentativo per essere attori di un futuro di un mondo migliore. Certi drammi potevano essere evitati e prevenuti. L’accoglienza si puo’ fare e deve essere fatta meglio“.

Assumersi tutti la propria responsabilita’, quindi, ha proseguito il vescovo, “respingendo ogni forma di odio verso chiunque“. Due cuscini di rose rosse sono stati posti sulle bare ai piedi dell’altare.

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La folla composta e commossa si e’ riunita attorno ai familiari. In chiesa anche il sindaco di Palagonia Vincenzo Marletta, il prefetto di Catania Maria Guia Federico e il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Alessandro Casarsa. I due feretri sono arrivati in chiesa attraversando la via principale del paese, accompagnati dalla banda musicale. Dolore e rabbia attraversano gli animi dei presenti che sin dalla camera ardente e anche dopo hanno manifestato il loro sgomento e la loro paura, dando voce all’insofferenza contro le istituzioni dello Stato, da cui si sono sentiti abbandonati: “E’ colpa loro, ci hanno lasciati soli e ora ci ammazzano anche a casa“, molti hanno ripetuto. L’ivoriano oggi nell’udienza di convalida del fermo ha ribadito la sua innocenza. Ma nessuno gli crede e nessuno vuole piu’ quella ‘poveriera’ che e’ diventato il Cara di Mineo con le sue migliaia di migranti ospiti.

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