Coronavirus, la fase 2 è l’ennesimo dramma dei pendolari dello Stretto: ore e ore sotto al sole per l’ultimo pasticcio di Governo e Regione Sicilia [FOTO e DETTAGLI]

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Questa mattina, con la fase 2 e il rientro di molte persone del Nord, si sono però verificati ulteriori problemi ed è arrivato l’ennesimo dramma

Ore di attesa sotto il sole a Villa San Giovanni per imbarcarsi e andare in Sicilia: ecco il quadro quasi drammatico delineatosi oggi per i pendolari dello Stretto che ogni giorno sono costretti a spostarsi per lavoro. Di loro ci siamo occupati più volte, perché denunciare la mancanza di misure, la noncuranza e il pericolo a cui vengono sottoposte queste persone, per lo più membri forze dell’ordine, militari o operatori sanitari, diventa un imperativo imprescindibile considerando che da mesi nessuno si occupa di loro e della loro incolumità. Sono stati dapprima obbligati a modellare i propri orari di lavoro in base all’esiguo numero di navi giornaliere disponibili, poi sono stati obbligati ad attese estenuanti per i controlli a Messina, di recente hanno dovuto persino fare il cosiddetto Tesserino del Pendolare, ovvero un’idea avuta dalla Regione Sicilia che avrebbe dovuto smaltire il flusso dei viaggiatori e invece lo ha ‘intasato’ ancora di più.

Questa mattina, con la fase 2 e il rientro di molte persone del Nord, si sono però verificati ulteriori problemi ed è arrivato l’ennesimo dramma: ore di attesa sotto al sole. Il motivo è che le navi solo poche. La Regione Sicilia si ostina a non voler ripristinare il numero di corse abituali. Scelta senza senso considerando che chi viaggia è legittimamente autorizzato a farlo, perché si sposta per motivi di lavoro, di salute, o per fare rientro nella propria abitazione.

I controlli sono lenti, eppure chi attende per imbarcarsi o è un pendolare abituale, oppure ha la residenza in Sicilia e sta rientrando dal Nord, legittimamente visto che è previsto dall’ultimo decreto governativo. Per giunta coloro che provengono dal Nord subiscono già un primo controllo a Rosarno, dove la Polizia di Stato opera una sorta di filtro per il controllo delle autocertificazioni e dunque per evitare di fare arrivare fino a Villa San Giovanni automobili che non possono imbarcarsi. A che pro, dunque, continuare a mantenere un numero di corse giornaliere ai minimi termini? Non si eviterebbero i sovraffollamenti se il numero di navi fosse maggiore? Chi decide di imbarcarsi non cambia idea solo perché ci sono pochi collegamenti: viaggia perché deve. Ma sembra che questo meccanismo così lapalissiano non sia ancora chiaro al Governo, né tanto meno alla Regione Sicilia, che mette in pericolo i suoi stessi pendolari.

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