Coronavirus, il governo invia l’Esercito in Calabria: tensioni ad Amantea per l’arrivo di 13 immigrati positivi, cittadini annunciano nuove azioni di protesta [DETTAGLI]

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Coronavirus, Esercito ad Amantea dopo il blocco stradale

L’Esercito presidia la struttura di Amantea (Cs) nella quale sono ospitati alcuni dei migranti risultati positivi al Covid-19 dopo lo sbarco avvenuto a Roccella Jonica. Una decisione assunta dopo una riunione tenuta ieri sera nella Prefettura di Cosenza che ha fatto il punto sulle criticita’ emerse anche a causa della forte protesta di ieri da parte della popolazione. Tensioni che non si sono ancora placate e per le quali i cittadini di Amantea hanno annunciato ulteriori azioni, probabilmente gia’ in mattinata con un presidio davanti al Comune. Complessivamente, secondo i dati ufficiali della Protezione civile, sono 26 le persone risultate positive dopo i controlli e, di queste, 13 sono state accolte ad Amantea, 8 a Bova Marina (RC) e 5 a Roccella Jonica (RC) . Tutte strutture dedicate che sono state individuate dalla Prefettura di Reggio Calabria. Ma la reazione di Amantea e’ stata particolarmente dura. Nella popolazione c’e’ preoccupazione per la presenza dei migranti e c’e’ il timore che possa essere alimentato un nuovo focolaio in una realta’ turistica che potrebbe anche risentirne come immagine. Nella riunione tenuta in Prefettura a Cosenza, la decisione e’ stata quella di presidiare il centro per evitare che i migranti possano uscire o avere contatti con l’esterno. “Le regole di ingaggio definite dalle forze dell’ordine – e’ scritto in una nota – sono di non consentire l’uscita degli ospiti dal centro migranti Solo il personale medico autorizzato, o quello destinato al vettovagliamento, potra’ entrare. Nel centro inoltre e’ stata assicurata la costante sorveglianza sanitaria da parte di apposito presidio medico e di unita’ specialistiche, che gia’ da ieri, all’arrivo dei migranti, stanno effettuando i necessari controlli e monitoraggi”. Un tentativo di gettare acqua sul fuoco e placare la rabbia dei residenti, pur consapevoli che le tensioni non si spegneranno facilmente.

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