Alluvione nel reggino, Alleanza Calabrese è vicina alla popolazione della costa jonica

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BOVALINO2“Alleanza Calabrese – scrive in una nota il presidente provinciale Mimmo Tuscano– è vicina alla popolazione della costa jonica reggina ed in particolar modo alla fascia che parte da Brancaleone ed arriva a Calulonia, per la devastante alluvione che ha colpito impietosamente il territorio. La partecipazione al dolore, alla rabbia, alla frustrazione ed alla mortificazione di un popolo è sentita e vissuta in prima persona perché molti nostri sostenitori, tesserati e amici hanno vissuto e stanno vivendo, personalmente, la tragedia, ma anche perché il nostro movimento nasce dal basso, dal territorio e vuole rappresentare senza filtri in chiave “politichese” l’urlo di dolore che si alza da una terra violentata e abbandonata. Questi infausti eventi ci devono far riflettere e capire che quando le cose si mettono male, rimaniamo da soli! Possiamo contare – prosegue– solo sulle nostre forze e su chi ha nel sangue la passione per quello che vive e che fa, avere passione significa avere cuore, e si sa con il cuore si spostano anche le montagne. Alleanza Calabrese è sul territorio, i suoi uomini pochi o tanti che siano in silenzio, come è giusto che sia, stanno dando il loro contributo, non aspettano che le strade diventino “praticabili” per fare le passerelle! Dobbiamo essere consapevoli che nessuno da niente per niente, solo noi possiamo risollevarci e sperare di ritrovare una nuova grande dignità come quella che era insita al nostro territorio prima che venisse conquistato da “stranieri sanguinari” che si sono appropriati delle ricchezze materiali prima, e con la spinta all’emigrazione anche delle ricchezze culturali, con tanti calabresi che hanno fatto la fortuna e la ricchezza di altre regioni e di altre nazioni, sparse nel mondo. Ci sarà da lavorare tanto e duramente, la macchina organizzativa dello stato centrale sta intervenendo solo sulle priorità (statale 106 e linea ferroviaria), ma ci sono paesi e contrade isolate, anziani e malati che solo con le peripezie di parenti e volontari ricevono cibo e medicine; aziende agricole messe in ginocchio, strade interpoderali scomparse. Tutto un micro-mondo economico raso al suolo. I mass-media nazionali iniziano a dedicare qualche servizio superficiale (il giornalista cita l’interruzione della statale come strada provinciale) ma non parlano delle case inondate dal fango e del già povero tessuto economico spazzato via dall’acqua.

Il perché del silenzio – aggiunge– non trova ragione se non neBRANCALEONE C.DA PRESSOCITOlla chiara volontà di minimizzare o nella maligna convinzione che se non si parla di ‘ndrangheta e morti ammazzati la Calabria non interessa. Ribelliamoci a questo stato di fatto, riprendiamoci il nostro, e per farlo c’è solo una strada denunciare chiaramente le malefatte di chi ci ha rappresentato e ci rappresenta. Come un governo regionale, quello di Oliverio, spocchioso e tronfio, a parole, servo del popolo ma nei fatti rinchiuso nelle proprie stanze dorate pronto a mettere le mani in pasta dappertutto, per poi rinnegare anche il proprio compagno di partito se arrestato proprio in un caso di tangenti nella gestione dell’ANAS! Alleanza Calabrese chiede a gran voce e pubblicamente che la magistratura apra delle inchieste urgenti, indagando su ciò che non è stato fatto e doveva essere fatto (controllo idrogeologico e messa in sicurezza del territorio), sui soldi che sono stati spesi ma non si sa come e dove, sull’assegnazione di appalti e sub-appalti, su decisioni politiche più o meno congrue alle problematiche, sulla gestione da parte dei dirigenti degli uffici preposti ed infine dell’esecuzione dei lavori e relativo collaudo. Una fiumara che esonda, un muro che si sgretola a fronte di interventi. I fatti parlano da soli. Nelle macerie c’è scritto chiaramente il nome e il cognome dei responsabili, noi chiediamo che vengano individuati e che inizino a pagare di tasca propria. Bisogna individuare e condannare chi con la politica e chi con la gestione hanno fatto man bassa di soldi pubblici, arricchendosi, corrompendo e facendo clientelismo. Non si lucra con la vita delle persone, non si gioca con le aziende! I reati in Calabria – conclude– non sono solo quelli di ‘ndrangheta, e quest’ultima non deve essere usata come alibi da chi deve indagare e giudicare. Oltre la ‘ndrangheta ci sono reati altrettanto gravi contro un popolo”.

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