Reggina-Benevento, non solo arbitri: c’è anche altro oltre a quegli episodi. E va evidenziato

Le polemiche relative soprattutto al mancato fuorigioco fischiato ai sanniti in occasione del gol del 2-2, rischia di far passare in secondo piano tutto il resto. E di fatti ce ne sono tanti, oltre agli episodi contestati

StrettoWeb

Quando tanti episodi si susseguono, così vicini in un tempo compresso tanto da rischiare di sovrapporsi, diventa anche difficile mettere tutto in ordine e provare a effettuare un’analisi. Il riferimento è a Reggina-Benevento e a tutto il trambusto legato agli episodi arbitrali e agli sfoghi di società e tifosi, di cui si continua a parlare anche dopo 24 ore. Sì, perché le polemiche relative soprattutto al mancato fuorigioco fischiato ai sanniti in occasione del gol del 2-2, rischia di far passare in secondo piano tutto il resto. E di fatti ce ne sono tanti, oltre agli episodi contestati.

In tanti hanno un po’ criticato l’atteggiamento amaranto nella ripresa, definitivo passivo. Occorre specificare che, al netto delle due reti, e nonostante i cambi ovviamente più offensivi, non si è mai vista un’effettiva inversione di tendenza nell’atteggiamento da parte del Benevento. In poche parole, la Reggina stava gestendo e anche abbastanza tranquillamente. Anzi, in questo, come dimostrato soprattutto in casa, è maestra. Sa andare in vantaggio, mettere in ghiaccio la gara e gestire. E anche ieri era così, se si vuole escludere un’ultima fase un po’ più bassa, nel baricentro, dopo i cambi, ma in fondo ci può anche stare. Insomma, non si può pensare sempre di vincere per 3-0 attaccando di continuo, nell’arco di una gara ci sono anche le fasi di attesa e sofferenza. L’impressione, piuttosto, è che i gol siano del tutto episodici e casuali, nati tra l’altro da due calci piazzati, ma è da lì che devono nascere i primi due interrogativi, come evidenziato anche nelle nostre pagelle.

Il primo si evidenzia nel finale: la Reggina, pochi secondi prima del 2-2, protesta troppo e difende poco. Braccia al cielo e contestazioni all’arbitro per un presunto fallo su Giraudo, fasi che permettono agli avversari di battere l’angolo e ad Acampora di concludere indisturbato, servito prima da un altrettanto indisturbato Farias. La squadra di Inzaghi è distratta, non copre a dovere. Questo è un errore imperdonabile, che Inzaghi avrà sicuramente analizzato e che fa parte di quel percorso di crescita di cui lui parla spesso.

Il secondo interrogativo apre a una riflessione più ampia, senza voler crocifiggere nessuno: la percentuale tiri subiti verso lo specchio e gol incassati è altissima. La Reggina, escluso il primo tempo di Venezia, non è mai stata messa sotto da nessuno in termini di occasioni subite. Anzi, i tiri verso lo specchio della porta sono sempre stati pochi, nell’arco dei 90 minuti. Quasi sempre, però, a parte la prima frazione di Venezia appunto, a tiro verso la porta è corrisposto gol. Col Benevento 2 su 2, col Genoa 1 su 1, a Modena idem e a Parma anche. Il portiere, quando chiamato in causa, non è quasi mai decisivo, eccetto Colombi a Ferrara nel finale e a Terni nonché Ravaglia a Venezia. Non si può pretendere che la squadra non subisca mai tiri in porta, né che gli avversari siano sempre imprecisi, ma la storia insegna che un portiere può far guadagnare alla propria squadra 7-8 punti di media a stagione. Con un rigore parato, con una zampata decisiva nel finale, con un’uscita importante. Al momento è accaduto solo di rado. Ieri, Ravaglia ha l’alibi della selva di difensori in occasione del 2-1, ma il pallone gli arriva addosso e forse poteva fare di più. Così come sempre Ravaglia a Venezia e Colombi a Parma. Sono episodi chiave e alla lunga possono contare.

C’è dell’altro, però, in questa analisi che va oltre gli episodi arbitrali. Ed è quello relativo alla reazione della Reggina subito dopo il 2-2. Per una squadra arrabbiata, sfiduciata dopo la rimonta, disposta (anche con gli uomini) difensivamente, quella reazione non era affatto scontata, anzi, ma dimostra la grande forza di un collettivo che al netto del risultato anche ieri si è dimostrato ampiamente superiore all’avversario – come sempre finora – nelle idee, nelle organizzazione, nel palleggio. Le occasioni di Rivas e Hernani non sono casuali, ma è evidente che aumentino i rimpianti per come sarebbe potuta andare a finire la gara.

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