Giulio Fazzari, è lui l’Artista reggino che ha ridisegnato le civiltà storiche con le pietre: “voglio donare qualcosa alla città di Reggio”

  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
  • Scultura in pietra Prof Fazzari
    Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
/
StrettoWeb

Dal Colosseo al Partenone passando per obelischi egiziani e cattedrali, con l’obiettivo Presepe e Vaticano. Ecco chi c’è dietro le splendide realizzazioni in pietra nella spiaggia di Torre Lupo: si tratta del professore e artista reggino Giulio Fazzari, che si racconta a StrettoWeb

Ce l’abbiamo fatta, finalmente. Gli avevamo chiesto di palesarsi, se avesse letto l’articolo, di scriverci. Ammaliati da quelle opere – una sorta di città in miniatura sulla spiaggia, realizzata con le pietre – avremmo avuto piacere di incontrarlo e chiacchierare in compagnia. E, così, detto fatto. Un po’ di ricerche, alcune chiamate. “Si chiama Fazzari, è un Professore, lo trovate spesso lì, in spiaggia”. Arriviamo alla nipote, la rintracciamo, ci fornisce il numero. “Buongiorno, ho saputo che mi sta cercando, quando vuole ci possiamo vedere, mi ha fatto piacere che vi siete interessati”, ci dice il Professore. E quindi ci incontriamo, a metà mattinata, nella zona in cui ha realizzato “quello spettacolo”, le strutture in pietra. Scendendo dall’Hitachi si arriva in spiaggia, alla piazzetta, e poi qualche centinaio di metri a sinistra, verso la Sorgente. Parte delle costruzioni non è più in spiaggia, ma ce la ritroviamo di fronte, all’ingresso della casa di una signora, “la mia prima sostenitrice”. E’ uno spettacolo, tutto: le strutture in pietra, monumenti storici di ogni tipo, e poi di fronte la spiaggia limpida e il mare di un chiaro invidiabile, con lo sfondo di un cielo azzurro e del sole che bacia le belle giornate “ottobragostane” di Reggio Calabria. “Ho dovuto togliere tutto in fretta e furia dalla spiaggia – ci dice – perché questo inverno il mare rischia di portare tutto via. Mi piacerebbe che rimanesse tutto questo, come l’opera di un reggino che vuole regalare qualcosa alla sua città, rivela il signor Fazzari a StrettoWeb.

E’ reggino, appunto, Giulio Fazzari. Nato e cresciuto in zona sud, tra scuola, lavori col padre (in cui ha imparato a “giocare con le pietre”) e Liceo Artistico, prima di spiccare il volo con l’insegnamento. “Ero Professore al nord, sul Lago di Garda. Insegnavo Arte, ma poi mi hanno offerto un importante incarico qui a Reggio Calabria, come responsabile di un ente statale. E’ responsabilità, sì, però qui è la mia salute, mentre lì era l’umidità del lago. Lì ho lasciato i miei legami, la mia famiglia, ma salgo e scendo. Fra un po’ mi pensiono, poi probabilmente me ne risalirò”. Ma prima di tutto questo, come nasce la passione del signor Fazzari per l’Arte? “Artisticamente, già nasco all’età di 12 anni, con il primo dipinto. La maestra non credeva potessi realizzare tutto questo a quell’età e si è fregata il dipinto per farlo vedere a casa”. Poi, invece, la passione per le pietre e per questo tipo di lavorazione “nasce da piccolino, quando andavo con mio padre che erigeva i muri a secco nelle campagne, su richiesta, per contenere i terreni che erano in cedimento. Nonostante avesse gli operai, lui voleva andare di persona, da solo, perché si rilassava. E da lì io ho cominciato a giocare con le pietre, guardavo come riusciva ad incastrarle. ‘Guarda questo, come impara in fretta’, pensava. E così ho realizzato la prima casetta, con dei rametti sopra e il tetto con le pietre. A 10 anni poi ho costruito un castello con il ponte levatoio, lì al cantiere di mio padre ho chiamato tutti gli operai e non ci credevano. Mi divertiva tutto questo e a 17 anni mi è venuto in mente di creare delle strutture in miniatura su delle basi in compensato. Non ne è rimasta una su 12, i miei amici li hanno volute tutte e se le sono tenute”.

Insomma, un predestinato, con l’Arte nel sangue. Ma è un dono, si sa, e già da piccolo viene fuori: “così ci devi nascere, l’estro lo ottieni dalla nascita, in qualsiasi settore. Io ho fatto cose belle con il legno, la creta, anche con la terra impastata con l’acqua. Credo che queste strutture siano uniche, questa tipologia così di pietre incastonate non l’ho vista in altri posti”. Questo spettacolo inizia da qualche mese: “la possiamo definire Arte – afferma il Professore a StrettoWeb – ma io la chiamo ‘le mie cose’. Quando sono venuto qua e ho visto questa miriade di pietre, ho pensato di iniziare con le prime due strutture. Ho cominciato e ho visto che la gente scattava foto. E così mi sono entusiasmato. Ho continuato e tutti i giorni foto, sera e mattina. Sono andato a finire in America e in mezza Europa, perché tutti i turisti venuti qui hanno scattato video e fatto foto, facendolo girare. Ora la spiaggia è anche più bella, io quando sono tornato sono rimasto a bocca aperta”.

Tanto lavoro, tanta passione, tanta pazienza, ma anche tanto tempo per trovare le pietre: “per fare questo ho pulito tre spiagge, perché ho raccolto tante pietre. Ho fatto anche un favore ai bagnanti”. E tra le strutture si trova di tutto: i popoli che hanno fatto la storia, la loro civiltà, le loro costruzioni. “C’è un percorso d’acqua romano, fontane romane, le Piramidi, il Colosseo, i Partenoni, di cui uno su due piani, una struttura cinese, un anfiteatro romano, un obelisco egiziano, una cattedrale. C’è la storia dei popoli, anche Inca e Maya, le loro civiltà e costruzioni. E poi c’è anche una grotta che ho fatto per accontentare la signora (quella che abita nella casa dietro le strutture, ndr), che questo Natale adorneremo, metterò una luce solare e sarà motivo di avvicinamento per le persone”, ci dice indicandoci col dito ogni struttura realizzata. Ma per il Signor Fazzari non finisce qui: oltre alla grotta per il Presepe, tra i suoi progetti c’è “il Vaticano, voglio fare quello, con le colonne. E poi quando è completo ti chiamo e vieni a vederlo”.

E’ entusiasta, il Professore. Lo si evince dagli occhi, da come ci racconta ogni dettaglio. E’ la passione dell’Arte, quella che affascina e cattura. Nella speranza che tutto questo non vada perduto: “la mia sostenitrice, la signora che abita qui, fa la guardia a chi eventualmente dovesse o volesse venire qui a demolire. Ormai che sono arrivato a questo punto, dopo aver trasferito le strutture dalla spiaggia, mi piacerebbe che rimanessero così. Come si lavora a tutto questo? La pietra larga fa da base alle pietre più piccole e poi utilizzo tavole di legno. Ho usato solo oggetti trovati in questa spiaggia, nient’altro proveniente da fuori. Bisogna trovare le pietre che si riescono ad incastrare, quelle piatte, non è facile. Ci vuole molta pazienza, io ricomincio da capo e non lo finisco fino a quando non lo voglio come dico io, quante volte sono arrivato a metà ed è crollato. La mano c’è, basta avere in testa ciò che si vuole fare. Io quando ho due ore vengo qui e realizzato una struttura”.

Ma la passione del Professore non è solo nelle sue realizzazioni, ma anche nella volontà di insegnare questo ai giovani. “All’Istituto in cui insegnavo io mi occupavo perlopiù della parte pratica, ho fatto conoscere agli studenti questo tipo di tecnica con le pietre e si sono entusiasmati”. E poi, volgendo lo sguardo tra le opere realizzate, c’è anche la scritta “2022” con le piccole pietre rosse e piatte. “L’ha realizzato, sotto mia direzione, una bambina di 6 anni, quando l’ha finito è andata dalla madre contenta ed esultante”. Ed è alla fine questo, prima di tutto, a renderlo felice. “Io ho piacere del fatto che lei sia venuto qui, che si è interessato, ma io non ho l’obiettivo di diventare famoso. A me fa molto piacere quando vengono qui, di proposito, a scattare foto e video entusiasti. Voglio che queste strutture siano considerate come le opere che un reggino ha regalato gratuitamente alla città”. Di seguito il video con l’intervista realizzata, a corredo dell’articolo tutte le immagini più belle delle strutture.

L’intervista a Giulio Fazzari, l’artista che ha realizzato splendide strutture in pietra in una spiaggia reggina | VIDEO

Condividi